Aborti: scendono sotto quota 85mila

Aborti: scendono sotto quota 85mila

Il numero delle IVG è più che dimezzato rispetto al 1982. Trend in diminuzione anche tra le donne straniere. Calano anche i tempi d’attesa. Ma resta alta l’obiezione di coscienza tra i ginecologi (70,9%) aumentata dello 0,4% rispetto al 2015. Aumento ancora maggiore tra gli anestesisti tra le cui fila gli obiettori sono ormai vicini al 50%.

Ma ancora una volta il ministro Lorenzin tranquillizza sostenendo che quello che conta è il rapporto tra IVG e non obiettori che resta molto basso: ogni non obiettore ha infatti in carico 1,6 aborti a settimana. Nel 2016 il numero di IVG è stato pari a 84.926, segnando un meno 3.1% rispetto all’anno precedente quando ne erano state registrate 87.639. In numeri, ben 2.713 aborti in meno. Le IVG calano soprattutto nelle Regioni dell’Italia centrale (-4,8% rispetto al 2015), seguite dalle quelle del Sud (-4,4%) e dalle Isole (-4%). Nelle Regioni del settentrione invece, nel 2016, il numero degli aborti diminuisce solo dell’1,4% rispetto all’anno precedente. Continua l’effetto “pillola dei 5 giorni dopo” anche nel 2016, l’andamento di questi ultimi anni, potrebbe essere almeno in parte collegato alla determina Aifa che ha cancellato l’obbligo di ricetta di ellaOne per le donne maggiorenni. Un effetto positivo anche sugli aborti clandestini che secondo stime recenti sarebbero in calo anche grazie alla possibilità di acquisto della contraccezione di emergenza senza prescrizione.

Sostanzialmente stabile, ma comunque alta l’obiezione di coscienza tra gli operatori, che anzi aumenta dello 0,4% tra i ginecologi (70,9% nel 2016; 70,5% nel 2015) e dell’1,3% tra gli anestesisti (48,8% nel 2016 rispetto al 47,5% nel 2015).

Rimane il fatto che le IVG vengono effettuate nel 60.4% delle strutture disponibili, con una copertura adeguata, tranne che in Campania, Regione che vede comunque diminuire il numero degli aborti e nella P.A. Bolzano, dove invece sono in aumento.

Questi i numeri più significativi contenuti nella Relazione trasmessa al Parlamento dal Ministero della Salute, il 27 dicembre scorso, e pubblicata oggi sul portale del Ministero, con i dati definitivi del 2016 sull’attuazione della L.194/78 che stabilisce norme per la tutela sociale della maternità e per l’interruzione volontaria della gravidanza (IVG).

Tutti gli indicatori confermano il trend in diminuzione: il tasso di abortività (numero di IVG per mille donne tra 15 e 49 anni), che rappresenta l’indicatore più accurato per una corretta valutazione della tendenza del ricorso all’IVG, è stato 6.5 per mille nel 2016, con una riduzione dell’1.7% rispetto al 2015, quando era 6.6 per mille, e si conferma fra i valori più bassi a livello internazionale. Era 16.9 nel 1983. Il rapporto di abortività (numero delle IVG per 1000 nati vivi) nel 2016 è risultato pari a 182.4 per mille, con un decremento dell’1.4% rispetto al 2015, quando era 185,1 e del 51.5% rispetto al 1983 (quando era 381,7).

Donne straniere: IVG stabili, ma in diminuzione negli ultimi 3 anni il ricorso agli aborti. Un terzo delle IVG totali in Italia continua ad essere a carico delle donne straniere, ma dopo un aumento importante nel tempo, gli aborti tra le straniere si sono stabilizzati e negli ultimi tre anni cominciano a mostrare una tendenza alla diminuzione: sono il 30% di tutte le IVG nel 2016, rispetto al 31.1% nel 2015. Per tutte le classi di età le straniere, comunque, hanno tassi di abortività in diminuzione, ma che restano ancora più elevati delle italiane di 2-3 volte, permanendo una popolazione a maggior rischio di abortire rispetto alle italiane.