Oltre 2 milioni per l’emergenza nelle piccole isole e nelle aree disagiate

Oltre 2 milioni per l’emergenza nelle piccole isole e nelle aree disagiate

Parte dalle isole Egadi la prima fase del progetto pilota Trinacria, promosso dal Ministero della Salute, che dovrà ottimizzare l’assistenza sanitaria per l’area dell’emergenza-urgenza nelle aree disagiate della Sicilia, cioè in quei territori che distano oltre 60 minuti dalla più vicina struttura ospedaliera e che presentano forti criticità: popolazione fragile e vulnerabile, per lo più anziana; collegamenti con i grandi centri abitati difficili e poco praticabili, soprattutto d’inverno. Tutti disagi che si sommano alle difficoltà di accesso alla specialistica ambulatoriale, al reperimento di personale medico disponibile e alla difficoltà di accesso alla formazione professionale.

Il progetto, finanziato con oltre due milioni di euro, in fase sperimentale per tre anni, è stato illustrato all’ex stabilimento Florio dell’isola di Favignana, alla presenza dell’assessore regionale alla Salute, Baldo Gucciardi, del presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Trapani Rino Ferrari, del commissario dell’Azienda sanitaria provinciale di Trapani, Giovanni Bavetta, del sindaco delle Egadi Giuseppe Pagoto, e di una foltissima rappresentanza del mondo istituzionale e medico.

La Regione siciliana, capofila per le Regioni del Sud, avvia il primo step, tracciando il nuovo modello di assistenza socio sanitaria, basato su una forte integrazione territorio-ospedale, a Favignana, Levanzo e Marettimo. Obiettivo: assicurare ai suoi abitanti la fruizione di appropriati livelli di assistenza e di accesso ai servizi socio sanitari.

Telemedicina e formazione sono i cardini del nuovo modello assistenziale. Grazie all’implementazione della telemedicina e il potenziamento della tecnologica (ICT), le informazioni potranno, infatti, essere trasferite attraverso la telediagnosi e il teleconsulto. Saranno resi disponibili i supporti tecnologici e professionali necessari per poter fornire prestazioni sanitarie qualificate, limitando di conseguenza gli spostamenti di assistiti e operatori.

L’obiettivo è superare l’isolamento territoriale delle aree più disagiate per ottimizzare, soprattutto in emergenza urgenza, i livelli di assistenza sanitaria degli ammalati e la loro presa in carico”, ha spiegato l’assessore regionale alla Salute, Baldo Gucciardi.

Il progressivo invecchiamento della popolazione e un crescente aumento delle richieste di prestazioni per le patologie croniche hanno portato a un profondo sbilanciamento tra domanda e offerta. Un contesto che oggi impone al servizio sanitario di seguire un percorso di cure il più specializzato possibile, integrato ed omogeneo su tutto il territorio, che deve diventare sede primaria di assistenza e di risposta ai bisogni socio-sanitari.

Per risolvere invece la carenza di percorsi formativi specifici causata dall’isolamento professionale degli operatori sanitari, è stato siglato un protocollo d’intesa tra l’assessorato regionale della Salute e l’Ordine dei medici di Palermo, che ha affidato all’Omceo la gestione di percorsi formativi e di aggiornamento professionale dedicati all’emergenza-urgenza e alle maxiemergenze per il personale sanitario e di percorsi indirizzati all’autosoccorso per i cittadini.

Questo progetto oltre ad essere uno dei pochi esempi virtuosi in cui tre istituzioni (Regione, Comuni e Ordini professionali) lavorano insieme in modo sinergico, ha il grande valore aggiunto dell’attenzione concreta per le periferie, che sono le aree più in difficoltà. La telemedicina contribuirà ad assicurare non solo equità nell’accesso alle cure, ma anche l’accesso all’alta specializzazione, a garanzia di una continuità terapeutica efficace attraverso un confronto multidisciplinare. Altrettanto importanti saranno i percorsi formativi, in particolare quelli destinati ai cittadini che intervengono in soccorso come “first responder” nel cosiddetto “intervallo libero”, cioè in quel lasso di tempo che passa prima dell’arrivo dei soccorsi professionali.

Nelle Egadi si è già partiti – ha spiegato Bavettagrazie al coordinatore locale del progetto Osvaldo Ernandez, attivando già dal 15 giugno una serie di servizi aggiuntivi a quella che è l’assistenza sanitaria nelle tre isole, che vede notevolmente incrementate le presenze durante la stagione estiva. Abbiamo raddoppiato, grazie a questo progetto il numero di medici e infermieri sia della guardia medica ordinaria che di quella turistica a Favignana e a Marettimo, offrendo una copertura h24“.

Oltre alle isole Egadi, i “laboratori” di questo nuovo modello organizzativo sono le isole Pelagie di Linosa e Lampedusa, l’isola di Salina dell’arcipelago delle Eolie e l’isola di Ustica, dove nascerà uno dei quattro “Punti della Salute” (P.d.S). Gli atri tre “Punti” saranno istituiti nei comuni di Alia, Alessandria della Rocca e San Mauro Castelverde, che dovranno garantire un’adeguata risposta ai bisogni sanitari, secondo appropriati standard qualitativi e quantitativi, riservando il ricovero ospedaliero ai soli casi indifferibili.

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