Sogna di uccidere l’ex moglie, viene fermato e processato in tribunale

Ritrovarsi indagato e processato per alcuni sogni è a dir poco incredibile. E la storia non è frutto della fantasia di uno sceneggiatore buontempone, ma è apparsa su alcuni giornali della vicina Svizzera che ne hanno dato un certo risalto.

Un cinquantenne è, infatti, comparso giovedì davanti al tribunale distrettuale di Winterthur a seguito dell’epilogo di un brutto caso di divorzio. Dopo la separazione dalla moglie avvenuta cinque anni prima, la situazione è andata peggiorando: il mantenimento non era stato definito in maniera chiara, la donna non aveva voluto lasciare la casa coniugale e i figli non gli rivolgevano la parola.

L’uomo, aveva quindi patito gravemente l’evolversi in peggio della situazione tanto che aveva subito ripercussioni psicologiche, che probabilmente lo avevano portato a fare “strani sogni” in cui si rivedeva nell’assassinare la sua ex moglie. Aveva, quindi, deciso di parlarne al suo psicologo, che poco dopo aveva deciso di denunciare queste confessioni alle autorità.

Fatto che è stato ritenuto sufficiente per deferirlo innanzi ad un tribunale distrettuale. Davanti al giudice l’uomo ha spiegato di non avere mai avuto intenzione né di minacciare né tanto meno di uccidere la ex moglie. Ha anche confessato di essere rimasto «totalmente sorpreso» quando ha saputo che era stato il suo psicoterapeuta a rivolgersi alla polizia: «Ero convinto di essere tutelato dal segreto professionale».

Dal canto suo il medico ha spiegato di avere temuto che il 50enne avrebbe presto agito fisicamente nei confronti della ex moglie, ma ha anche ammesso che «qualche seduta in più sarebbe forse stata più utile di una denuncia».

L’epilogo è stato felice per entrambi gli ex coniugi, perché alla moglie non risulta essere stato toccato un capello e alla fine il giudice ha assolto il 50enne: sognare un omicidio non costituisce una reale minaccia.

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