Una delle più frequenti complicanze dell’obesità viscerale è rappresentata dalla sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS); è una condizione caratterizzata da pause nella respirazione durante il sonno, dovute all’ostruzione parziale o totale delle prime vie aeree; l’interruzione temporanea della respirazione causa una riduzione della concentrazione di ossigeno nel sangue con aumento dell’anidride carbonica. I soggetti presentano un tono muscolare diminuito, un ispessimento, per grasso oppure per edema, del tessuto attorno alla vie aeree, oppure caratteristiche strutturali-anatomiche alterate delle vie aeree o della mandibola. In particolare, negli adulti, l’individuo tipo che presenta apnea ostruttiva del sonno è obeso, con un particolare accumulo di grasso sulla faccia e sul collo e un aumentata adiposità addominale mentre in età pediatrica, a livello delle alte vie respiratorie, l’ostruzione può essere determinata da tonsille e adenoidi ipertrofiche.
I sintomi principali sono rappresentati da russio intenso, frequenti episodi di blocco della respirazione durante il sonno (apnea) spesso riferiti dal partner (Respiro di Falstaff); cefalea al risveglio; eccessiva sonnolenza diurna; ridotta capacità di memoria e di concentrazione; ipertensione arteriosa e bocca asciutta al risveglio. La diagnosi viene effettuata tramite polisonnografia che consiste in una registrazione simultanea di più parametri fisiologici durante la notte, mediante un polisonnigrafo.
Normalmente nel corso del test vengono registrati due o più canali EEG, vari canali elettromiografici, i movimenti di torace e addome, il flusso oronasale, la saturazione di ossigeno nel sangue. Esiste una varietà di trattamenti per la sindrome dell’apnea ostruttiva nel sonno, che dipende dalla storia medica dell’individuo, dalla severità del disordine e, principalmente, dalla causa specifica dell’ostruzione. La premessa fondamentale al trattamento delle OSAS è una diagnosi accurata e multidisciplinare: i centri di riferimento per la medicina del sonno solitamente hanno un’équipe che comprende, oltre al medico del sonno (specialista in pneumologia o in neurologia) che coordina le attività, altri specialisti (chirurgo maxillofacciale, ortognatodontista, otorinolaringoiatra, nutrizionista) che si occupano ognuno con le proprie competenze di trattare al meglio questa patologia.
La maggior parte dei bambini con apnea ostruttiva nel sonno ha il problema di tonsille e adenoidi cronicamente ipertrofiche: per questi bambini la tonsillectomia e la adenoidectomia sono curative; nel caso degli adulti con vie aeree orofaringee strette dovute a una parte superiore del corpo pesante la cura è variegata: cambiamenti nello stile di vita come perdere peso, che risulta essere quasi sempre di primaria importanza e spesso risolutivo, evitare l’alcol, evitare di assumere farmaci che rilassino il sistema nervoso centrale (ad esempio sedativi e farmaci per decontrarre i muscoli), e smettere di fumare.
Alcune persone vengono aiutate da cuscini o congegni che impediscono loro di dormire sulla schiena, o da apparecchi orali per mantenere le vie respiratorie pervie durante il sonno. Se questi metodi tradizionali sono inadeguati, i medici raccomandano spesso una C-PAP (ventilazione meccanica a pressione positiva della via aerea), in cui una maschera facciale è collegata a un tubo e a una macchina che immette aria pressurizzata nella maschera e attraverso le vie respiratorie per tenerle aperte. Esistono anche procedure chirurgiche che possono essere usate per rimuovere e restringere i tessuti e allargare le vie aeree, ma il tasso di successo non è molto alto. Alcuni soggetti possono necessitare di una combinazione di terapie per curare con successo la loro apnea nel sonno.