Tradizionalmente dall’8 dicembre al 6 gennaio nelle case italiane arrivano nuove decorazioni. Parliamo dell’albero di Natale e di lui, il presepe. Dal Latino “Praesaepe” ovvero mangiatoia. Vi abbiamo raccontato la storia del tradizionale abete e di come la sua storia “affondi le sue radici” nei riti pagani e nei documenti dell’Europa dell’Est, ma anche di come Goethe, con il suo “I dolori del giovane Werther” lo abbia portato nella grande letteratura.
Ora vi parleremo del presepio, una tradizione religiosa. “Fare il presepe” significa mettere in scena la nascita di Gesù a Betlemme all’epoca di Erode, come ci viene raccontato dal Vangelo secondo Matteo.
Nel 1223 nacque il primo presepe, a Greccio, dopo il benestare di papa Onorio III. Il “padre fondatore” del presepe è niente poco di meno che San Francesco d’Assisi, che, come tramanda Tommaso da Celano, il quale racconta la vita del celebre santo, dopo un viaggio a Betlemme fatto tre anni prima, San Francesco scelse Greccio, poiché che gli ricordava la città palestinese dove nacque Cristo per la prima rievocazione della Natività.
I personaggi usati per creare un presepe possono tantissimi: ci sono rievocazioni della Natività grandi quanto intere stanze, tuttavia secondo la tradizione siciliana, oltre ai personaggi di: Gesù (che viene posto sulla mangiatoia solo dopo la mezzanotte del 24 dicembre), Maria, Giuseppe, il bue e l’asinello e l’angelo ci sono tre altri che si ripresentano in quasi tutti presepi dell’Isola.
Zu Innaru (Zio Gennaio), un vecchietto che si riscalda le mani di fronte ad un fuoco acceso, “Susi Pasturi”, un giovane che dorme e infine lo scantatu ra stidda, il quale avvista la stella cometa. Li avete riconosciuti?