Pensioni, dalla Sicilia alla Francia il tema è sempre più caldo

Pensioni, dalla Sicilia alla Francia il tema è sempre più caldo

Regna ancora l’incertezza sul capitolo pensioni, argomento caldo tanto dell’agenda politica nazionale quanto per quella regionale. Le ultime novità, in questo senso, arrivano dalle notizie relative agli aumenti, in Sicilia, per gli ex dipendenti regionali che hanno una pensione non superiore ai 2.100 euro. 

Aumento di 140 euro circa a partire dal mese di aprile, mentre per coloro che percepiscono un assegno non superiore ai 2.600 euro l’aumento sarà di 162 euro, fino ad arrivare al tetto massimo dei 3.100 euro mensili, soglia al di sotto della quale verranno accreditati 122 euro in più. A essere protagonisti della rivalutazione, si legge su Giornale di Sicilia, sono oltre 19 mila ex dipendenti, in una proposta pensata per recuperare terreno rispetto all’inflazione, con un meccanismo che si basa su un calcolo decrescente, applicato sulla base di quanto già si percepisce. 

Aumenti che riguardano pochi, riforme che non tengono in considerazione gli interessi di tutti. Per questo negli ultimi tempi si stano facendo strade le soluzioni alternative dei Piani Pensionistici Individuali o degli Investimenti ESG, proposte ad esempio da Moneyfarm, piattaforma leader nel campo della consulenza finanziaria. Se i portafogli ESG sono investimenti fatti mettendo al centro la sostenibilità e quindi l’attenzione a fattori ambientali, sociali e di governance, con la sigla PPI si individuano dei piani di risparmio e di investimento che sono una sorta di integrazione alla pensione pubblica che il lavoratore andrà a percepire una volta terminata l’esperienza lavorativa per sopraggiunti limiti di età.

E che il tema delle pensioni sia sempre di più di attualità lo riferiscono anche le notizie che arrivano dall’Europa, precisamente dalla Francia. Qui i cittadini sono scesi nuovamente in piazza contro la riforma del sistema pensionistico varata dalla premier Elisabeth Borne e messa in cantiere nell’aprile del 2022 dal Presidente Emmanuel Macron. Migliaia di francesi hanno letteralmente paralizzato la nazione, fermando scuole, raffinerie, porti, servizi e produzione energetica. “Proponiamo oggi un progetto per l’equilibrio del nostro sistema di pensionamento, un progetto di giustizia e un progetto che porterà un progresso a livello sociale”, aveva spiegato la Presidente Borne, inaugurando un momento di riflessione e di discussione che si dovrebbe concludere il prossimo 12 marzo, con l’ultima sessione in Senato.

Se in Francia l’età media di pensionamento è di 62,8 anni, i dati italiani sono addirittura più alti. Stando alle statistiche dell’INPS, l’età media per andare in pensione, nel nostro paese, è di 63,8 anni. Un numero che si unisce, in maniera negativa, a quelli bassissimi sull’occupazione giovanile e che disegna contorni foschi per il futuro lavorativo e previdenziale di migliaia di cittadini. Serve, insomma, una riforma autentica e vasta. Prima che sia troppo tardi.