La rottamazione ter: rateizzazione in 5 anni di tutti i debiti

La rottamazione ter: rateizzazione in 5 anni di tutti i debiti

Il decreto fiscale 2019 approvato dal Governo fa chiarezza in merito alla tanto agognata “pace fiscale” che, come vedremo, è ben lontana da quella inizialmente acclamata in campagna elettorale e che prevedeva, come da Contratto di Governo, il pagamento ridotto delle imposte dovute, calcolate in percentuale (dal 6% al 25%) in base alla propria situazione reddituale. Al momento, su tale seconda soluzione vi sono dense nubi e poca chiarezza. Più concreta appare invece la cosiddetta rottamazione-ter: una ulteriore rottamazione delle cartelle esattoriali, questa volta con rate più piccole e periodi più lunghi. Vediamoli insieme.

Anzitutto, verranno ammesse alla rottamazione-ter le cartelle affidate tra il 2000 e il 31 dicembre 2017.

La rottamazione-ter consentirà ai contribuenti di pagare i debiti fiscali relativi a cartelle affidate tra il 2000 e il 31 dicembre 2017 in dieci rate spalmate in cinque anni. Essa sarà molto simile alle prime 2 rottamazioni che abbiamo già visto in questi ultimi 2 anni, consentendo al contribuente di pagare il proprio debito al netto di sanzioni e interessi.

Il termine di presentazione attualmente previsto per aderire a tale nuova forma di rottamazione, è il 30 aprile 2019. A tale rottamazione potranno anche accedervi tutti coloro che avevano già in precedenza aderito a una rottamazione, senza però riuscire in tutto o in parte a pagare le rate.

Rottamazione anche per le multe stradali, ma, in questo caso, a esser condonati saranno solo gli interessi previsti dalla legge.

Alla luce di tali valutazioni, il principale vantaggio per il contribuente che aderisce a questa nuova forma di rottamazione, rispetto alle precedenti, è quello di ottenere una rateizzazione più lunga (5 anni) con rate, di conseguenza, più piccole e probabilmente meglio “digeribili” dal debitore. Anche gli interessi su questa rateizzazione saranno più lievi, passando dall’attuale 4,5% allo 0,3%.

Certo, è una soluzione molto diversa e molto meno vantaggiosa rispetto alla “pace fiscale” di cui tanto si parlava e ci si vantava in campagna elettorale, ma si sa le promesse elettorali….