Discriminazioni di genere nei rapporti professionali

Discriminazioni di genere nei rapporti professionali

La discriminazione tra generi è un argomento vissuto quotidianamente a diversi livelli.
Come affronta l’Italia questo problema?

In modo contraddittorio con la l. 120/2011 che prevede che i Cda delle aziende quotate o a partecipazione pubblica, al primo rinnovo del mandato degli organi, debbano essere composti per un quinto da donne; quota che dal secondo e dal terzo rinnovo del mandato dovrà raggiungere quella di un terzo.

La legge sembrerebbe dare una risposta all’evidente squilibrio di posizioni, ma non è così: Infatti, incredibile, ma vero, le imprese avranno per legge questo obbligo fino al 2021.
E dopo?

Il problema della discriminazione non lo vive solo il Cda delle imprese, tanto che se volgiamo lo sguardo al settore pubblico, le cose non vanno meglio.

Con la recentissima sentenza n. 409/2017, la Corte di Giustizia dell’UE è ritornata sul tema delle discriminazioni di genere ribadendo che la direttiva n. 76/2007 Cee del 1976, relativa all’attuazione della parità di trattamento uomo-donna sull’accesso al lavoro e sul percorso di crescita professionale e la direttiva 2002/73/Ce va interpretata nel senso che ostano alla normativa di uno Stato subordinare, nel caso de quo, l’ammissione di un candidato ad uno specifico ed univoco requisito che, non tenendo conto della diversità di genere uomo-donna, svantaggi un numero più elevato di donne rispetto agli uomini senza che tale requisito sia idoneo e necessario al conseguimento del legittimo obiettivo.

Ciò vuol dire che se in un concorso pubblico vengono specificati dei requisiti di altezza, debbano essere previsti due parametri: uno per l’uomo ed uno per la a donna.

Da queste riflessioni prende le mosse l’evento del prossimo lunedì 22, che approfondisce delle professioni l’etica e la deontologia, sempre convinto il Cpo dell’Ordine dei Commercialisti di Catania, che il professionista debba curare insieme alla tecnica ed alla scienza pure l’anima.

Simonetta Murolo, dottore commercialista, presidente del CPO dell’ordine dei commercialisti e revisori di Catania, continua : “L’argomento è attuale quanto mai, alla luce delle recenti rivelazioni di Asia Argento, in primis, e tante altre al suo seguito, e spera di riuscire a scuotere le coscienze di chi quotidianamente si fronteggia in ruoli di potere che sempre affascinano, a volte ubriacano”.

L’accento è posto sul ruolo della donna, sulla fatica “in più che quotidianamente fa per compendiare i suoi molteplici ruoli di madre moglie donna e professionista”.

L’avvocato Tuccitto, avvocato civilista del foro di Catania, chiarisce che: “Il dito è puntato sulla crisi dei valori, che avalla a volte ascese improbabili con metodi poco ortodossi, specialmente laddove le carriere seguono percorsi prestabiliti e condizionati e soprattutto nelle istituzioni , ove ancora la rappresentanza delle donne almeno in Italia è solo sulla carta. La parità di genere ha davanti una strada tutta in salita”.

Abbiamo immaginato” continua la Tuccitto “ quest’incontro come un dibattito, una tavola rotonda intorno alla quale si confronteranno più volti della nostra realtà professionale: il Giudice Marisa Acagnino, la collega Marilù Fragalà, gli avvocati Elena Cassella, Lucia Tuccitto e Laura Iraci Sareri, l’assistente sociale Giusy Scalia, tutte donne impegnate non solo nella professione ma anche nel sociale, nella cura e salvaguardia di un territorio che ora più che mai urla contro la sperequazione di genere, in coro con il G7 che in questi giorni si è svolto a Taormina”.

Noi non siamo i grandi della Terra, ma non possiamo che concordare sull’urgenza di fermare con ogni mezzo ed in ogni modo questa folle escalation di violenza sulle donne, come anche, da lavoratrici e professioniste, sulla linea tracciata in campo economico di empowerment femminile.