“C’è una donna accanto a me, non mi siedo!”: lei fa causa alla compagnia aerea e vince

A volte diventare simbolo di un paese è difficile, magari in tanti ambiscono a ciò: eppure capita quando una persona se lo aspetta meno. L’essenziale è lottare e pretendere giustizia contro ogni forma di discriminazione, specie se si vive nel 2017.

Renee Rabinowitz, 83enne, ha vinto la sua causa contro la principale compagnia aerea israeliana El Al, e ha trionfato anche per tutto il genere femminile che, sentendo parlare di un caso come questo, si è sentito quasi ripudiato: correva l’anno 2015. La signora Rabinowitz prese un volo El Al diretto dal New Jersey a Tel Aviv: si sedette, all’improvviso però arrivò l’altro passeggero che iniziò a lamentarsi. Infatti, l’uomo era ortodosso e disse al personale di bordo di non volersi sedere accanto alla donna.

L’hostess di turno acconsentì senza troppe pretese e chiese alla signora Rabinowitz di cambiare posto. Quest’ultima fece come le venne richiesto, ma la pratica per una causa contro la compagnia partì comunque.

Renee Rabinowitz, 83 anni

Un caso diventato internazionale, visto che oggi quotidiani come il New York Times dedicano pagine alla vicenda: una volta arrivati in tribunale, la signora è stata rappresentata e sostenuta dal Centro di azione religiosa israeliana, che propone una riforma liberale dell’ebraismo. La vittoria della causa della donna non riguarda soltanto il risarcimento “esiguo” in denaro, bensì un contrasto duro alla politica d’Israele: “Sono entusiasta – ha detto Renee Rabinowitz -: il giudice ha capito la questione, soprattutto ha compreso che non si tratta di denaro; la mia è una protesta per far cambiare la politica della compagnia aerea, che ha ordinato di fare una cosa assurda ad un suo passeggero”.

Il credo religioso, è vero, va rispettato, ma non vale nel caso in cui il personale di bordo chieda al passeggero di spostarsi sotto richiesta e per motivi di genere, come in questo caso. Adesso la compagnia aerea El Al rivedrà la sua policy nel giro di sei mesi.

Non è comunque il primo caso che coinvolge Israele: infatti, è proprio la politica che rende questi casi quasi una routine su aerei, treni e spazi pubblici. Il motivo per cui gli uomini lamentano di non volersi sedere accanto ad una donna è il rigoroso senso di religiosità che vieta un contatto minimo anche se giudicato involontario, proprio perché sarebbe immorale.

Alla fine, però, la signora Rabinowitz ha vinto. Per se stessa e per il genere femminile, che adesso si sente un po’ più rispettato.