Assegno di mantenimento ai figli: sì alla riduzione se il reddito è diminuito per Coronavirus

Assegno di mantenimento ai figli: sì alla riduzione se il reddito è diminuito per Coronavirus

L’emergenza Covid 19 si è ripercossa anche sul diritto di famiglia, nello specifico sulla quantificazione dell’assegno di mantenimento. Infatti, la contrazione dei redditi da lavoro durante il lockdown giustifica una riduzione del contributo di mantenimento verso i figli. Lo ha deciso il Tribunale di Terni con un’ordinanza presidenziale del 16 luglio 2020, accogliendo la richiesta di un padre in difficoltà economiche a seguito dell’emergenza epidemiologica.

La vicenda

La moglie agiva in giudizio per chiedere al Giudice di pronunciare la cessazione degli effetti civili del matrimonio (divorzio) col marito, domandando un aumento dell’assegno di mantenimento in favore della prole (nel caso di specie due bambini) da 350 a 400 euro. La stessa faceva presente che le necessità dei figli aumentavano e chiedeva un maggiore supporto da parte del marito per farvi fronte.

L’uomo, consulente per piccole aziende, tuttavia lamentava di dover sostenere le spese per la locazione di un appartamento (in quanto, in sede di separazione, il Giudice aveva assegnato la casa familiare alla donna), ma soprattutto di aver subito una drastica riduzione della sua attività lavorativa e dei redditi conseguenti a causa della pandemia e di un intervento chirurgico che lo aveva costretto ad interrompere il lavoro. Produceva all’uopo tutta la documentazione necessaria e chiedeva al Tribunale una riduzione dell’assegno a 150 euro

La decisione: la contrazione reddituale per Coronavirus giustifica una riduzione dell’assegno ai figli

Il Presidente del Tribunale umbro non aveva dubbi: non solo riteneva provati gli oneri derivanti dalla locazione dell’appartamento e l’intervento chirurgico subito, ma rilevava anche che l’attività del convenuto fosse stata una delle più penalizzate dall’emergenza epidemiologica. Con ordinanza presidenziale depositata il 16 luglio 2020 veniva pertanto disposto che dovesse “presumersi la contrazione dei redditi del resistente libero professionista a causa della pandemia, che ha comportato l’interruzione dell’attività libero professionale per circa due mesi”. 

Discorso diverso per la moglie che, in quanto dipendente della pubblica amministrazione e avendo continuato a lavorare in smart working, non aveva subito la stessa diminuzione dei redditi da lavoro.

Per queste ragioni il Tribunale disponeva la riduzione dell’assegno di mantenimento in favore dei figli da 350 a 200 euro mensili

Fermo comunque restando che, laddove il padre dovesse riprendere l’attività lavorativa con conseguente incremento dei redditi, il Giudice procederà ad una nuova quantificazione del contributo di mantenimento, aumentandolo, eventualmente anche con effetto retroattivo.