Speranza, richiami e inviti alla prudenza. Sergio Mattarella e il messaggio dell’1 maggio: “Serve collaborazione”

Speranza, richiami e inviti alla prudenza. Sergio Mattarella e il messaggio dell’1 maggio: “Serve collaborazione”

E dopo la lettera in risposta alle letteredi Giuseppe Conte, è arrivato il messaggio del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in occasione della ricorrenza del primo maggio. In occasione della Festa dei Lavoratori, il capo dello Stato ha voluto lanciare un messaggio di speranza a tutti gli italiani che si trovano in estrema difficoltà a causa dell’emergenza Coronavirus.

La battuta d’arresto che abbiamo subìto spinge – scrive Mattarella – ad accelerare verso un cambiamento che deve valorizzare e non subire fenomeni come la globalizzazione e la digitalizzazione dell’economia, con scelte lungimiranti“. Speranza sì, ma anche un invito alla prudenza da parte del Presidente della Repubblica: “Guai ad archiviare l’angoscia delle settimane precedenti, sotto la violenta e veloce aggressione del virus o il fatto che abbiamo superato i duecentomila contagi e che ogni giorno dobbiamo piangere alcune centinaia di vittime“.

Gli italiani scalpitano per tornare alla normalità, ma soprattutto per tornare a lavorare. In una Festa dei Lavoratori che sa tanto di Festa dei disoccupati, soprattutto per le regioni del sud Italia, in una situazione che crea malcontenti e scontri anche tra chi dovrebbe collaborare ora come sempre, Mattarella ha rimarcato che serve “un responsabile clima di leale collaborazione tra le istituzioni e nelle istituzioni“.

Senso civico è il concetto chiave. Concetto che il capo dello stato ha allargato dalle istituzioni ai cittadini. “So che possiamo fare affidamento sul senso di responsabilità dei nostri concittadini – manifestato, in questo periodo, in misura ammirevole dalla loro quasi totalità – perché, nelle nuove condizioni, ci si continui a comportare con la necessaria prudenza”.

Il Presidente della Repubblica ha concluso con un messaggio che deve servire da monito per chi pensa, soprattutto in questa situazione, a fare le guerre politiche, invece di collaborare. Secondo le sue parole infatti, per ripartire al meglio serve “un equo, efficace e tempestivo sostegno alle famiglie e alle attività produttive, a quanti sono rimasti disoccupati e senza reddito, in modo da conservare intatte tutte le risorse del nostro capitale sociale. Alla ripresa vanno indirizzati, in modo concorde, gli sforzi di tutti, senza distrazioni o negligenze“.

Immagine di repertorio