Inciucio no? Ma sì, inciucio sì! La nuova gestione della Politica italiana

Inciucio no? Ma sì, inciucio sì! La nuova gestione della Politica italiana

Ieri, grande sorpresa, Maria Elisabetta Alberti Casellati eletta presidente del Senato e poco prima, talè, o viri ccà, Roberto Fico, eletto Capo della Camera!

E che sorpresona: “Ecce Hinciucius!” o “Hinciucium?” …boh! Agli esperti di latino, l’ardua e giusta definizione, tanto, sempre pasticcio è!

Sì! Dicevamo, ieri, si sono tenute, quasi in contemporanea, le “Prime” di una nuova, ma non originale, commedia politico parlamentare, coprodotta dalla “Silvio Berlusconi and Company” e dalla “Grillo-Casaleggio Spa”.

Nell’agorà di Montecitorio, prima con l’outsider, Roberto Fico, dei 5 Stelle e subito dopo, nel meno ampio ma pur sempre “sprecone” salone di Palazzo Madama, viene tenuta a battesimo la elezione di una prima Donna al Senato, per l’appunto la Alberti Casellati, al seguito di Berlusconi dal lontano 1994.

Allora aveva ragione il writer, ovvero il muralista (no il moralista per carità!) quando, nei giorni scorsi ha dipinto Salvini e Di Maio mentre si baciano? L’accordo c’era prima, altro che rimbrotti e veleni berlusconiani contro il povero “non laureato e nulla facente” di Luigi. Il sacrificio di Paolo Romani sull’altare dell’Inciucio, purtroppo non è stato il solo; subito dopo, infatti, Matteo Salvini, cercando di parare il colpo, spara la sua minchiata del giorno con la quale dichiara: “Noi della lega voteremo la Bernini”, forse ancora affascinato dal suo fondo schiena, ma ha scatenato, lo stesso, le ire di un Silvio, piuttosto incazzato, ma poi diventato più calmo a notte inoltrata. Beh … noi in Sicilia, in situazioni del genere diciamo: “A notti porta cunsigghiu!”. E dalle ire di Palazzo Grazioli, ovvero dal “Mai all’Inciucio” siamo passati alla prima fase di accordi. Stralci di opera pirandelliana? No, o sì! Ci scusi il Nobel Luigi se lo andiamo a disturbare anche nell’aldilà (e speriamo che non si rivolti nel suo tabuto). Ma, proprio adesso, ci troviamo con la minestra “’npiattata ccù petri ’nta linticchia” per la formazione di un nuovo governo “giallo, azzurro, verde … pluri cromatico”, o come minchia volete che sia, insomma pronti a scalare il Colle per confermare l’inciucio, alla faccia della vecchia e desueta politica delle ideologie.

Un ventaglio delle scuse verrà sciorinato sempre: “Ah facciamo un governo per cambiare la legge elettorale che fa schifo! … Ah facciamo un governo forte che ci consenta di alzare la voce contro i diktat dell’UE! … Ah facciamo un governo per assicurare ai cittadini un reddito di cittadinanza! … Ah facciamo un governo per ricucire la Nazione!”.
Tutte menate che i cittadini continueranno a sentire e, purtroppo, anche ad inghiottire.

E senza un vero ed efficace vaccino, la pandemia dell’inciucio scenderà, senza ombra di dubbio, anche in Sicilia. Oltretutto, il caro Presidente Nello, in questi giorni cammina sui carboni ardenti, altro che, Raggi che “attruppica” sui sampietrini divelti o Brunetta, possibile vittima della “multi scaffe” romana.

In Sicilia, la maggioranza all’Ars per sostenere il neo Governo Musumeci, (e per cortesia caro Nello non ti fare chiamare governatore e non permettere ancora che si dica Regione Sicilia, vabbè che l’ignoranza , oggi come ieri, si può tagliare a fette come la mortadella!) nel giro di poco, si è liquefatta. Gianfranco Miccichè, poverino, cerca di correre ai ripari (prima combina le minchiate!) fino ad Agrigento, per fare il sarto artigiano e provare a ricucire gli strappi provocati dai ribelli. Si spera, per il bene dell’Amministrazione Musumeci, che il Primo inquilino di Sala d’Ercole, con in suo carattere precipitoso, non usi la forbice al posto dell’ago e del filo!

Cosa rimane da fare? Niente, di niente. In Sicilia come diceva il Gattopardo non cambia nulla di nulla. L’inciucio con i 5 stelle, “avverrà anche nell’Isola!“. L’esilarante commedia romana verrà anche qui coprodotta e rappresentata, magari con Cancelleri innestato in una prossima Giunta regionale e con il ruolo di Vicepresidente.
Di certo Musumeci potrà continuare il suo lavoro, sebbene condizionato da una nuova dettatura di regole certe sullo spreco (almeno stando alla volontà finora espressa dai grillini), potrà anche vedere varare la finanziaria per quest’anno e continuare, secondo gli impegni presi, a combattere contro la GDO, la grande distribuzione organizzata, per la difesa dei nostri prodotti agricoli, e contro l’inondazione di prodotti ortofrutticoli africani, confezionati e commerciati qui in cassette col marchio Made in Sicily. In proposito e stando a quello che si registra sugli sbarchi commerciali al porto di Pozzallo, di beni alimentari provenienti dall’Africa e da altri continenti, ci auguriamo che ben presto la Procura Antimafia diradi la nebbia sulle speculazioni commerciali e sul miliardario business che incombe nel settore.

Alla prossima puntata.