CATANIA – “È l’Amt bellezza! E tu non ci puoi fare niente!”. Queste le parole – parafrasate per l’occasione – pronunciate dal giornalista Humphrey Bogart nel film “L’Ultima Minaccia”. L’attore si riferiva alla stampa, in questo caso la partecipata del Comune etneo decide di fare un passo indietro rispetto al bando milionario per addetto stampa emanato qualche giorno fa.
Infatti – dopo le polemiche su un bando fatto “a misura” per un giornalista fortunato che guadagnerà 42mila euro l’anno – il Comune in una nota spiega che il bando verrà ripresentato con alcune modifiche tecniche.
Manlio Messina aveva già vaticinato il nome del vincitore e anche Niccolò Notarbartolo, il dissidente del Pd, aveva avanzato pesanti rilievi sull’opportunità dell’incarico.
Il presidente Carlo Lungaro e l’assessore alle Partecipate Giuseppe Girlando hanno, invece, tenuto conto dei rilievi del capogruppo del Pd Giovanni D’Avola, il quale, in una nota indirizzata a Girlando, era tornato sulla questione del bando sottolineando come, “a parte taluni rilievi pretestuosi e diretti esclusivamente alla polemica politica fine a se stessa, esistono nel documento, a una lettura più attenta, alcuni aspetti da modificare”.
Quali aspetti? Per D’Avola riguardano l’impegno orario minimo del professionista e la valutazione dei curricula da parte della commissione che includerebbe anche il presidente Amt.
“Ritengo – ha detto D’Avola – che l’incarico professionale non possa fornire indicazioni su orari e luoghi. In caso contrario si rientrerebbe nella fattispecie di un contratto di assunzione e non di collaborazione senza vincolo di dipendenza. E temo che la presenza del presidente nella commissione potrebbe inficiare la selezione”.
Per il resto nessun altro rilievo sull’esosità di un compenso per un professionista della comunicazione in un’azienda che non è il top dell’efficienza e della salute economica.
“C’è la piena possibilità – prosegue D’Avola – per un’azienda in salute ed in espansione come l’Amt di ricercare una figura professionale per migliorare gli aspetti comuniticativi”.
“I rilievi del capogruppo del Pd – ha detto Girlando – sono risultati pertinenti e, dopo una riunione con il presidente dell’Amt Carlo Lungaro e con il direttore generale Carlo Pino, è stato deciso di ripresentare domani il bando eliminando le criticità”.
“Abbiamo accertato – ha spiegato il presidente Lungaro – come si sia trattato di un mero errore materiale nella compilazione del bando che però avrebbe potuto pregiudicarne il regolare svolgimento e l’esito”.
“Sterili quasi ridicole le affermazioni del’Amt – ha commentato a caldo Manlio Messina – che continua a prendere in giro il consiglio e i catanesi. Fa riflette l’affermazione del capogruppo Pd quando parla di un’azienda in salute e in grande espansione che solo grazie alla trasformazione in spa ha azzerato i propri debiti accumulati anche grazie all’attuale presidente Lungaro e a Bianco durante la primavera catanese”.
“Oltre 100 milioni di debito sono ancora li ben presenti – prosegue il capogruppo di Area Popolare – e saranno i cittadini a pagarli. La smettessero di fare fumo e risolvano i problemi della città invece di elargire consulenze a carico della cittadinanza. Noi rimaniamo convinti che il bando vada ritirato”.
“Se il presidente dell’Amt – conclude Messina – vuole continuare ad avvallare questa politica degna della prima repubblica se ne assuma la responsabilità e rimanga dentro la commissione per valutare il candidato migliore per scrivere comunicati degni della “agenzia di comunicazione Amt”. Noi attendiamo di scoprire chi sarà il “fortunato” professionista toccato dalla seconda primavera catanese”.
Come leggere questo piccolo dietrofront? Si andrà avanti nonostante le polemiche o è un primo passo verso la sospensione del bando per paura della scure dei giudici contabili?