Nella Giornata mondiale dell’aiuto umanitario è fondamentale ricordare quanto questo sia una fonte di salvezza in un mondo visibilmente in crisi. Specialmente nel 2020, un anno così anomalo e preoccupante sotto molteplici punti di vista.
Per quest’anno lo slogan è “One Humanity”, una sola umanità. Tutti insieme contro ciò che affligge il mondo.
Giornata mondiale dell’aiuto umanitario: di cosa si tratta
La Giornata mondiale dell’aiuto umanitario (World Humanitarian Day) è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 2009 con la Risoluzione A/RES/63/139 e si celebra il 19 agosto di ogni anno.
La data non è casuale: è stata scelta in ricordo del bombardamento della sede delle Nazioni Unite di Baghdad nel 2003. In quel tremendo attacco, in un contesto fatto di guerra e tensioni, persero la vita 22 persone. Persone che si trovavano in quella terra difficile nel cuore del Medio Oriente per aiutare gli altri.
Non tolleravano di osservare bambini e adulti poveri ed emarginati, sommersi da scontri e violenze. Hanno scelto di agire, ma purtroppo la scellerata azione dei terroristi ha interrotto il loro lavoro. Non si è trattato dell’unico episodio, purtroppo: negli ultimi 20 anni sono stati molteplici gli attentati, i sequestri e le violenze ai danni di persone e associazioni impegnate nell’aiuto umanitario.
Il 19 agosto diventa quindi un’occasione per celebrare gli operatori umanitari nel mondo e ricordare chi ha perso la vita in virtù del sacrificio per gli altri. Una scelta che richiede dedizione, amore e coraggio.
Attività e obiettivi
“L’aiuto umanitario si basa su una serie di principi fondamentali, tra questi: l’umanità, l’imparzialità, la neutralità e l’indipendenza. Secondo il diritto internazionale consuetudinario, agli operatori umanitari deve essere sempre garantito l’accesso nei paesi colpiti da crisi umanitarie, conflitti o disastri climatici, al fine di fornire un’assistenza che per molti fa la differenza tra vita e morte”, si legge nel sito italiano dell’Onu.
Il lavoro umanitario però non si limita alla gestione delle aree di conflitto, ma consiste anche nel supporto psicologico-sociale alle comunità e ai suoi individui e alle attività di prevenzione delle crisi e a favore della pace e della cooperazione internazionale su ogni tema, dall’ambiente ai conflitti etnici.
Gli operatori in questo campo hanno un intero mondo da gestire: la loro presenza, infatti, non è richiesta solo nelle terre colpite da calamità o disgrazie, ma in tutti i Paesi. La categoria comprende chi gestisce e costruisce ospedali, chi si prodiga per i rifugiati da ogni angolo del mondo, chi ricostruisce case dopo un disastro, chi denuncia minacce e soprusi e molti altri. Il tutto naturalmente con il supporto delle istituzioni internazionali.
Agenda per l’Umanità: quali sono le emergenze da affrontare?
Quali sono i “temi caldi” dell’aiuto umanitario? “Agenda for Humanity“ individua 5 priorità:
- Una leadership globale per prevenire e porre fine ai conflitti.
- Garantire la salvaguardia degli individui e delle norme che li proteggono.
- Non lasciare nessuno indietro.
- Cambiare la vita delle persone in meglio, rispondendo ai loro bisogni.
- Investire sulle persone ancor prima che su oggetti materiali.
“One Humanity”: il tema del 2020
In quest’anno dominato dalla pandemia il tema scelto è “One Humanity”. Perché è nei momenti più complicati che bisogna dimostrare di appartenere allo stesso pianeta e di avere tutti eguali diritti.
I rischi legati ai contagi diffusi nel mondo non hanno fermato tutti i conflitti e le restrizioni e le limitazioni non fanno altro che rendere ancora più complesso l’agire degli addetti. La sfida maggiore per il 2020 è stata senza dubbio la presenza del Covid-19. Tuttavia, Governi, Ong e volontari hanno continuato a essere in prima linea nell’aiuto ai meno fortunati, tentando di conciliare il rispetto delle norme sanitarie con la necessità di fornire un supporto a chi vive in condizioni precarie o affronta altre emergenze.
In merito alla pandemia, sono 3 le strategie principali messe in atto dal Global Humanitarian Response Plan:
- Contenere la diffusione del virus, mirando a diminuirne la mortalità;
- contrastare il deterioramento dei diritti umani e sociali in Paesi a rischio;
- assistere e proteggere i rifugiati e le comunità vulnerabili.
Tutto ciò non sarebbe possibile senza le persone. #RealLifeHeroes è la campagna globale dedicata alla storia di quei piccoli grandi eroi che continuano giorno dopo giorno a non lasciare nessuno indietro. Sono persone che hanno portato un sorriso, una mano laboriosa e delle orecchie pronte all’ascolto nelle aree più disagiate, mettendo al primo posto l’essere umani. L’ultima speranza in un mondo sempre più in crisi di valori.
Foto di TitusStaunton da Pixabay