Con l’arrivo dell’8 dicembre, giornata in cui la Chiesa cattolica celebra l’Immacolata Concezione, per la popolazione giunge il momento di iniziare a pensare al Natale. Le reazioni sono varie: c’è chi non vede l’ora, chi ancora non si fa trasportare troppo dall’entusiasmo e chi, infine, vive con angoscia l’avvicinamento del periodo festivo.
In genere per i bambini si tratta del periodo più bello dell’anno. Questa concezione positiva delle Feste è propria anche di diversi adulti, che vedono nel Natale un’occasione per riunirsi con i parenti e gli amici, rilassarsi o gustare piatti deliziosi in compagnia.
Sono sempre più numerosi i “fan” delle festività natalizie che bizzarramente scelgono di prepararsi con largo anticipo, decorando l’albero di Natale già a novembre o completando lo shopping perfino prima dell’inizio di dicembre. Si tratta di tendenze tipiche soprattutto di chi ama fare le cose “in grande stile” e curare tutto nei minimi dettagli, ma non assente nelle persone dai gusti più moderati o nei lavoratori particolarmente impegnati nell’ultimo mese dell’anno.
A volte la scelta può essere determinata dalla volontà di lasciarsi alle spalle un periodo stressante e guardare con fiducia alla parte conclusiva dell’anno, altre semplicemente dall’indole personale. Non vi è nulla di male, naturalmente, anche se certi comportamenti carichi di entusiasmo fanno spesso sorridere chi li osserva dall’esterno: lo dimostrano i meme ironici che hanno “invaso” il web negli scorsi giorni e che vedono protagonisti proprio gli “anticipatori” delle Feste.
Naturalmente esiste anche una fetta “moderata” della popolazione, che mostra la propria gioia nei confronti del Natale soltanto pochi giorni prima del 25 dicembre, quando ormai le pubblicità stagionali sono impresse nella memoria di tutti e le canzoni natalizie sono onnipresenti nelle stazioni radiofoniche e in primo piano nei servizi di streaming.
Infine, sono tanti anche coloro che, nonostante gli sforzi, non riescono a tollerare il Natale. Giudicati come “freddi”, “apatici” o più banalmente “antipatici“, si sentono quasi “isolati” in questo periodo dell’anno, in cui preferiscono rivolgere i loro pensieri ad attività sconnesse dalle feste natalizie.
Pochi in genere si fermano a riflettere su quali possano essere le cause di un simile atteggiamento, che in casi estremi sfocia in una vera e propria forma di angoscia. A provocare il senso di distacco dall’atmosfera felice del periodo conclusivo di dicembre possono essere brutti ricordi legati all’infanzia o all’età adulta, la nostalgia nei confronti di persone lontane o passate a miglior vita, l’impossibilità di trascorrere le giornate di festa con i propri cari o semplicemente la frenesia della vita quotidiana.
Non mancano neanche coloro che invece giudicano il Natale semplicemente come un’occasione commerciale, svuotandola del suo effettivo valore e criticando l’intera atmosfera natalizia e riducendola a un banale frutto del consumismo di massa. Una visione che, pur meritando considerazione, rimane parziale sotto certi punti di vista e prende poco in considerazione i gesti di solidarietà organizzati in occasione del Natale o le occasioni di meditazione e riflessione da accostare ai momenti più “mondani” dei festeggiamenti.
Naturalmente non esiste un atteggiamento “giusto” o “sbagliato”, ma una serie di reazioni che di anno in anno danno un’idea di come la concezione della dimensione sacra e profana del Natale cambia nel tempo e in base ai contesti personali e sociali.
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