Le origini e le tradizioni italiane del Capodanno

Le origini e le tradizioni italiane del Capodanno

Le origini del Capodanno risalirebbero ai tempi dei romani i quali chiudevano l’anno con i Saturnali, feste in onore del dio Saturno, e festeggiavano l’inizio del nuovo anno, il 1°gennaio, con le celebrazioni in onore del dio romano Giano, da cui deriva il nome del mese di Gennaio.

Fu il calendario Giuliano, emanato da Giulio Cesare, in quanto pontefice massimo nel 46 a.C., a fissare l’inizio dell’anno il 1° gennaio, mentre prima era il 1° marzo. Il dio Giano fu un dio italico e latino visto che non si hanno riscontri in altre mitologie.

Il termine Janus evoca la porta, in latino ianua, sia quella della casa privata sia quella delle vie della città: infatti, Giano è considerato il dio dell’inizio e dell’apertura, cioè del punto di inizio di ogni azione. Si era soliti credere che non si potesse intraprendere nessuna impresa militare, commercio o lavoro artigianale e nessuna cerimonia, pubblica o privata, senza essersi conquistati il suo favore, affinché potesse essere terminata con successo e soddisfazione.

Proprio per questo prima di iniziare una di queste attività bisognava fare una preghiera rivolta a lui. In oltre il dio proteggeva il concepimento e si credeva che avesse assistito alla nascita del mondo e di tutte le creature e fu dunque chiamato Janus Pater, padre di tutti gli uomini, di tutta la natura e dell’universo. Proprio perché divinità degli inizi, a Giano era sacro il primo mese dell’anno, Ianuarius, Gennaio, e la festa del dio cadeva appunto il primo giorno dell’anno.

Ai giorni d’oggi è diventata una occasione per celebrare la notte di passaggio tra il 31 dicembre e il 1º gennaio, che si festeggia con il veglione di Capodanno. Durante questa celebrazione, in quasi tutte le città del mondo si sparano i tradizionali fuochi artificiali e in molti lo considerano il momento adatto per fare dei buoni propositi per l’anno nuovo.

La tradizione italiana prevede una serie di riti scaramantici, che non vengono obbligatoriamente rispettati, come quello di vestire biancheria intima di colore rosso o di gettare dalla finestra oggetti vecchi o inutilizzati (questa è stata quasi del tutto abbandonata). Il 31 dicembre a cena vengono mangiate le lenticchie come auspicio di ricchezza per l’anno nuovo e un’altra tradizione prevede il baciarsi sotto il vischio in segno di buon auspicio.

Allo scoccare della mezzanotte è importante la prima persona che si incontra per strada perché incontrare un vecchio o un gobbo porta bene, mentre se si incontrerà un bambino o un prete si avrà disgrazia.

È molto diffuso anche l’intingere il dito in un bicchiere di spumante passandoselo dietro l’orecchio o dietro quello di una persona a cui vogliamo augurare un anno nuovo fortunato. E si suol credere che i fuochi d’artificio si sparino per scacciare via, col rumore, spiriti negativi.