La sacralità nel profano: l’8 dicembre, una festa per credenti e non

La sacralità nel profano: l’8 dicembre, una festa per credenti e non

Il mese di dicembre è sicuramente il più iconico dell’anno, tra festività natalizie, capodanno, cene, regali e chi più ne ha più ne metta. Tra tutti gli eventi di questi 31 giorni ce n’è uno che forse, col tempo, è stato surclassato dai ben più popolari Natale e capodanno, l’8 dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione.

È da qui che si entra nel vivo dello spirito natalizio, con alberi, giocate e, per alcuni, anche preghiere; già, perché oltre ad essere un’occasione di vacanza per studenti e lavoratori, la data è, prima di tutto, una ricorrenza religiosa.

Il dogma dell’Immacolata concezione di Maria prevede che la Vergine sia nata priva del peccato originale, e il motivo per il quale la Chiesa cattolica abbia scelto proprio l’8 di dicembre è perché precede di 9 mesi esatti la nascita della Madonna, datata 8 settembre.

Spostandoci dal lato religioso e spirituale, a quello profano e materiale, l’ottavo giorno di questo mese è, convenzionalmente, l’occasione per montare albero, presepe e addobbi vari insieme a tutta la famiglia.

Non tutti naturalmente vedono le ricorrenze natalizie con gli occhi di un credente, il quale certamente non si sofferma solo a regali, decorazioni e “mangiate”, ma le vive con gioia spirituale e anche con profonda e sentita preghiera.

Solo loro allora sentono al 100% l’ultimo mese dell’anno? La risposta è no, perché anche nel lato profano di tale periodo è la sacralità di certi valori a dominare incontrastata. Valori che, alla fine, non si discostano più di tanto da quelli della religiosità natalizia.

La sacralità della famiglia diventa primaria, con il papà che si reca in cantina (o soffitta) a prendere l’albero, la mamma che si occupa di raccogliere il necessario per addobbare il tutto, e i figli che aiutano, gioiosi, non solo a creare il simbolo del Natale, ma anche a far strappare più di un sorriso ai loro cari, talmente presi dai loro pensieri che hanno bisogno di ritrovare lo spirito natalizio.

La sacralità dell’unione, grazie alla quale ci si ritrova tutti insieme, più volte a settimana magari, e ci si dimentica di vecchie ruggini e rancori e, vivendo felici e spensierati, tra una tombola e l’altra (inframezzata da diverse portate, soprattutto per noi del sud).

La sacralità che accompagna senza ombra di dubbio l’immagine della Sacra Famiglia, tanto umile quanto unita, tanto semplice quanto straordinaria, la quale sicuramente ha insegnato più di qualcosa a tutti noi, che ci si creda o meno.

La festa dell’Immacolata, come prima detto, non sarà popolare come altre, ma ha lasciato, lascia e continuerà a lasciare momenti e immagini indelebili dentro ognuno di noi. Esiste, d’altronde, qualcosa di più bello di un bambino che, felice e spensierato, porge una decorazione per l’albero alla propria madre o padre, e, nel suo piccolo, riesce a rendere grande un gesto che, per molti, pare insignificante?

Immagine di repertorio