QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.
Al giorno d’oggi ogni informazione può essere alla nostra portata nel giro di alcuni secondi, così che ogni nostro dubbio venga risolto in maniera istantanea. Eppure sembra morente la voglia di immergersi in una storia, fantastica e non, di un semplice libro. Un ragazzo può sedersi e pendere un libro e passare il suo tempo in modo genuino, ma a guardarlo ci saranno tutti i suoi coetanei come se in mano avesse qualcosa di illegale o alieno. Stiamo, dunque, perdendo la voglia di conoscere? Molte persone, soprattutto adulte, affiancano questo fenomeno alla diffusione dei social e al sempre più potente Internet. Io dico loro che si sbagliano. Questo sviluppo non dovrebbe rappresentare un ostacolo, anzi, dovrebbe significare un aiuto. Infatti ha contribuito alla diffusione della lettura digitale con applicazioni e tramite i famosi e-book. Chi non è un dativo digitale crede che ciò rappresenti una minaccia semplicemente perché è a loro ignoto. Non credo ci sia nulla di maligno nell’informazione e nella cultura generale. Prendo sempre esempio dal capolavoro di Ray Bradbury “Fahrahneit 451” in cui le istituzioni vietavano la lettura dei libri, così che la gente, ignorante, fosse stata malleabile a qualunque inclinazione ideologica che le istituzioni credevano “giuste”. Si è schiavi ingenui dell’ignoranza. Dunque perché, se abbiamo tutti gli strumenti a nostra disposizione, senza che nessuno ce lo vieti, pensiamo che comprare un libro o semplicemente entrare in una libreria, ormai quasi tutte in fallimento, sia uno spreco di tempo e denaro? Ampliare le nostre conoscenze significa essere indipendenti e maturi. Tutto ciò con un semplice libro? Sì certo. Oltre a rappresentare un incremento nel saper leggere e scrivere, molto importante nei bambini ma sopratutto nei casi di dislessia, rappresenta un modo per leggere storie, anche utopistiche e fantascientifiche, che trattano argomenti di razzismo, femminicidio, uguaglianza, amicizia…si potrebbe continuare all’infinito. I libri, semplici raccolte di pagine, sono in grado di sensibilizzare o anche solo informare la gente su innumerevoli argomenti. Leggere è come una grande, infinita fame di cultura di cui è impossibile saziarsi. “La vecchia a novant’anni non smette mai di imparare”. Fino alla nostra morte non dovremmo permettere che la nostra voglia di conoscere venga meno, così che la nostra mente abbia il suo elisir di lunga vita con cui nonostante il decadimento fisico, le rughe segnate, saremo eternamente giovani e vivi.
Ornella De Maria
Classe II Sez. DL , L.S.S “Ettore Majorana”- San Giovanni La Punta (CT)