Il porto sepolto: “quel nulla d’inesauribile segreto”

Il porto sepolto: “quel nulla d’inesauribile segreto”

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

Vi arriva il poeta
e poi torna alla luce con i suoi canti
e li disperde  

Di questa poesia
mi resta
quel nulla
d’inesauribile segreto

Sono queste le parole che utilizza il celebre poeta Giuseppe Ungaretti nella poesia “Il porto sepolto” appartenente all’omonima raccolta pubblicata nel 1916, quando l’autore si trova a combattere per quella che lui considera la sua patria, nonostante non sia nato in Italia e di conseguenza non l’abbia mai vista prima.

Nato nel 1888 ad Alessandria d’Egitto da genitori italiani, il celebre poeta conobbe, intorno all’età di sedici anni, degli ingegneri francesi che gli parlarono dell’esistenza di un porto sommerso e presente al di sotto della città, lo stesso che darà il titolo ad una delle sue più rinomate opere.

Dal punto di vista contenutistico, gli elementi che emergono riguardano tematiche come la nostalgia e la malinconia, sentimenti spesso ricorrenti nelle sue poesie in quanto scritte in trincea, durante la prima guerra mondiale. La guerra che l’autore vive in prima persona talvolta è descritta nel modo più crudo possibile, talvolta idealmente abbandonata nel tentativo di evadere da una realtà crudele e violenta.

Per quanto riguarda la metrica è subito possibile notare l’assenza di punteggiatura e di un sistema di rime, in quanto l’intera poesia è strutturata in versi liberi; ricorre spesso invece l’enjambement, una figura retorica consistente nella divisione di una frase in più versi, con lo scopo di far soffermare il lettore su una determinata porzione di testo o spesso anche su una semplice parola.

La raccolta “Il porto sepolto” che, senza dubbio, ha lasciato un segno indelebile nella storia della letteratura italiana è stata pubblicata dall’amico e poeta Ettore Serra che ai tempi della guerra porta con sé il tascapane del soldato contenente numerosi “rimasugli di carta” su cui Ungaretti scrive quotidianamente delle bozze che successivamente vengono riconosciute vere e proprie poesie destinate al pubblico.

L’autore della celebre raccolta è inoltre uno degli esponenti dell’ermetismo, termine con il quale s’intende non un vero e proprio movimento letterario, bensì un atteggiamento sviluppatosi nel primo Novecento, utilizzato con lo scopo di esprimere il profondo senso di solitudine percepito dall’uomo.

La poesia “Il porto sepolto” racchiude probabilmente il più vero e profondo significato dell’omonima raccolta. In seguito a complesse ricerche, il poeta condivide con i lettori il loro esito, ma è necessario capire che neanche l’autore stesso sarà mai in grado di trarre una conclusione del tutto esaustiva, in quanto esisterà sempre “quel nulla”, destinato a non rimanere altro che un misterioso segreto.

Federica Sciacca 2A – Liceo Classico “Nicola Spedalieri”  – Catania