Festa della Liberazione, omaggio alla Resistenza in tempo di Covid-19: “Non arrendersi per non perire”

Festa della Liberazione, omaggio alla Resistenza in tempo di Covid-19: “Non arrendersi per non perire”

Arrendersi o perire!“: questa la parola d’ordine dei partigiani, che, facenti parte del Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia – il cui comando aveva sede a Milano ed era presieduto, tra gli altri, da Sandro Pertini – proclamarono l’insurrezione generale in tutti i territori ancora occupati dai nazifascisti, il 25 aprile del 1945, imponendo ai presidi tedeschi la resa, prima dell’arrivo delle forze alleate.

Nello stesso tempo, il CLNAI emanò dei decreti legislativi, con i quali, assumendo il potere quale delegato del Governo italiano, stabilì anche la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti, incluso Benito Mussolini, il quale, tentando la fuga in Svizzera unendosi a una colonna tedesca, riconosciuto e catturato, fu giustiziato il 28 aprile nel villaggio di Dongo, assieme alla compagna Claretta Petacci. I loro corpi, appesi per i piedi, furono esposti in Piazzale Loreto a Milano.

Entro il 1° maggio tutta l’Italia settentrionale fu liberata, trovando così fine la dittatura fascista durata vent’anni e i cinque anni di guerra. Il  2 giugno 1946 ci fu il referendum per la scelta fra monarchia e repubblica, sino ad arrivare poi alla nascita della Repubblica italiana, e, successivamente, alla stesura definitiva della Costituzione.

Ecco spiegato perché, ogni anno, il 25 aprile ricorre in Italia la Festa della Liberazione, istituzionalizzata il 27 maggio del 1949, con la legge 260, festa conosciuta anche come anniversario della Resistenza, che rende omaggio ai partigiani di ogni fronte, che, a partire dal 1943, contribuirono al conseguimento della libertà dallo straniero e dal governo fascista.

Quest’anno, nel suo 75° anniversario, la ricorrenza assume una veste diversa: in piena quarantena da Coronavirus, infatti, si dovrà rinunciare alle tradizionali feste e cortei di piazza, che, come da sempre accade in tanti paesi e città d’Italia, il popolo organizza, emulando lo spirito di presenza pubblica di quando, il 25 aprile 1945, per le strade di Milano, sfilarono formazioni partigiane di uomini e donne che avevano affrontato la lotta, e cittadini che a lungo avevano sofferto le privazioni della guerra, celebrando, così, la riconquistata libertà.

Nonostante, però, le piazze resteranno vuote, il Viminale ha autorizzato la presenza fisica di rappresentanti delle associazioni partigiane e combattentistiche alla tradizionale cerimonia di deposizione di corone d’alloro sulle lapidi o monumenti di caduti o dispersi in guerra, qualora, oltre all’autorità deponente, fosse prevista la loro partecipazione. Si rispetteranno, naturalmente, le modalità di distanziamento interpersonale, compatibili con la situazione emergenziale Covid-19, escudendo qualsiasi forma di assembramento, come prevedono le norme ministeriali, in tema di contenimento del virus.

In concomitanza, quel giorno lontano da un attuale presente incerto e inquieto, potrà essere ricordato certamente nelle piazze virtuali: con l’uso della rete, si potrà, come accade ormai da settimane, sentirsi, in egual misura, vicini e uniti, dando sfogo a pensieri e riflessioni, con l’ausilio di musiche, immagini, bandiere, canti, che potrebbero essere fonte di conforto in un periodo tanto colmo di paura, nostalgia e solitudine, nella speranza che l’Italia possa, al più presto, festeggiare, una “nuova liberazione.

Fonte immagine: casertaweb.com