PALERMO – Per le vie della città si sentono già il buon odore di dolci, le risate dei bambini e l’atmosfera unica che sempre si crea quando in Sicilia si celebra una festa.
La Festa dei Morti è molto sentita dal popolo siciliano e non è vista come un giorno di lutto, bensì felice: i cimiteri si riempiono di fiori, in particolare crisantemi, e le case si riempiono di cesti di frutta, dolci, cioccolato e caramelle, un modo allegro per ricordare anche ai bambini i propri cari.
Le sue origini sono antichissime. Basti pensare che il culto sembra rifarsi al periodo del grande Diluvio di cui la Genesi parla. La commemorazione nacque dunque in “onore” delle persone che Dio stesso aveva condannato, al fine di esorcizzare la paura di nuovi eventi simili.
Questa storia viaggia tra religione e leggenda, ma vi sono testimonianze certe che attestano l’usanza di commemorare i morti già in civiltà antichissime.
Nella nostra bella isola, il giorno in cui ricorre la festa, si suole festeggiare allegramente e tutto ruota intorno ai bambini che in modo gioioso si avvicinano al mondo ultraterreno senza timore ma con amore per i propri cari.
In particolare, si lascia creder loro che se durante l’anno sono stati buoni e hanno pregato per le anime care, i morti tornano a portar loro dei doni. Al mattino inizia una vera caccia al tesoro: i bambini corrono in tutta la casa in cerca dei doni e il bottino che riescono a sgraffignare è pieno zeppo di dolci, castagne, monetine e di tradizionali “pupi di zuccaro” (bambole di zucchero).
Prima dell’inizio della caccia al tesoro però, la mattina del 2 novembre tutti i bambini siciliani, come da tradizione, dovrebbero ripetere questa supplica: “Armi santi, armi santi, Iu sugnu unu e vùatri síti tanti: mentri sugnu ‘ntra stu munnu di guai cosi di morti mittitimìnni assai”.
“La tradizione è tradizione – afferma Angela, un’anziana signora, nonna di 4 nipoti – anche se i miei nipotini giorno 31 ottobre festeggiano Halloween, giorno 2 passano la giornata a casa con me e i loro genitori andando alla ricerca dei regali. Non c’è bellezza più grande di tramandare ai miei figli e ai miei nipotini le tradizioni, come mia madre e mia nonna facevano con me”.
Ciò che non cambierà mai sarà sicuramente la tradizione culinaria. Le vetrine delle botteghe e le tavole di ogni siciliano sono ogni volta piene di dolci siciliani. “Ogni anno – racconta Angela – con i miei figli preparo personalmente i ‘pupi di zuccaro, i biscotti detti ossa ri muortu’, i frutti di martorana e tante altre ricette che non si trovano su internet”.
Le usanze e i costumi siciliani sono unici ed è ciò che rende la Sicilia speciale. Anche in un giorno di commemorazione si festeggia e i bambini sono contenti di poter ricordare i propri cari con un sorriso sulle labbra.