Come ogni anno, il periodo tra fine ottobre e inizio novembre vede la comunità protagonista di una “diatriba” tra coloro che scelgono di accogliere la festa di Halloween, di origine celtica, e coloro che, al contrario, la disprezzano identificandola come una ricorrenza che si vuole “sostituire” alla Festa dei Morti cristiana del 2 novembre.
C’è chi ormai considera normale la convivenza delle due tradizioni, chi vede Halloween come una sorta di “secondo Carnevale” (anche se in realtà il punto principale di contatto è semplicemente il travestimento) e chi ancora si ostina a separare rigorosamente le celebrazioni del 2 novembre da quelle del 31 ottobre, stigmatizzando la “paganizzazione” di una festa religiosa (che pure, secondo molti, trova le sue radici in ricorrenze ben più antiche della cultura cristiana) e quella che viene ritenuta la “presuntuosa imposizione” di un culto tipico del mondo anglosassone in Italia.
In realtà, ben pochi prendono in considerazione il fatto che, a prescindere dalle differenze storico-culturali, Halloween e la Festa dei morti hanno un elemento fondamentale in comune: la commemorazione dei defunti.
Nonostante la dimensione “divertente” di Halloween, grazie ai costumi fantasiosi per far “paura” e al tradizionale “Dolcetto o scherzetto” che tanto piace ai bambini, non bisogna dimenticare l’importanza che nelle celebrazioni hanno il “contatto” con il mondo dei defunti. Nella tradizione celtica, infatti, l’ultimo giorno di ottobre viene considerato il momento dell’anno in cui si abbattono le “barriere” tra la vita terrena e quella ultraterrena, a tal punto da permettere un momento soprannaturale di “incontro” tra vivi e morti.
La tradizione cristiana, pensandoci, non è poi così diversa, nonostante le modalità di celebrazione della commemorazione siano apparentemente più “serie”. Tante tradizioni possono rappresentare un tentativo di stabilire una “comunicazione” con i defunti: dal regalare giocattoli ai bambini presentandoli come un dono dei cari passati a miglior vita al dedicare un momento della propria giornata alle visite al cimitero, luogo in cui, almeno temporaneamente, si può sentire la vicinanza di una persona morta di cui si sente la mancanza.
Halloween e Festa dei Morti, dunque, costituiscono una sorta di “ponte” tra il mondo dei vivi e quello dei defunti, l’unico periodo dell’anno in cui si possono dimenticare momentaneamente i momenti frenetici della quotidianità per ricordare chi non c’è più con tradizioni religiose e popolari, accomunate nella loro diversità da una profonda radice spirituale.
Immagine di repertorio