Lo scorso 21 febbraio, con 63 voti a favore e un’astensione, la Commissione ambiente del Parlamento Europeo ha approvato una mozione per vietare, entro il 2023 e in tutto il mondo, i test dei cosmetici sugli animali. L’iniziativa è stata lanciata a Bruxelles dall’organizzazione per la protezione degli animali “Cruelty Free International” (Cfi), fondata nel 1898, alla luce dell’esempio dato dall’Unione Europea dove il divieto totale di utilizzare animali per testare i prodotti di make-up, creme, saponi e profumi, insieme al divieto di vendere sul mercato i prodotti testati su animali, è pienamente effettivo dall’11 marzo 2013.
Si tratta della tappa finale di un processo di progressiva limitazione dell’impiego di test su animali per le verifiche di sicurezza da parte dell’industria cosmetica. Ma, nonostante ci siano leggi appositamente create per salvaguardare gli animali dagli esperimenti umani, proprio l’industria cosmetica ha registrato un fortissimo incremento, creando nel tempo quasi 2 milioni di posti di lavoro.
A differenza di quanto accade nell’Ue, nell’80% degli Stati mondiali rimanenti non ci sono, purtroppo, leggi ad hoc per ovviare a questo problema. Anzi, in alcuni paesi (come per esempio in Cina) le sperimentazioni dei prodotti cosmetici sugli animali prima della loro commercializzazione sono addirittura obbligatorie.
A soffrirne di più, secondo diversi rapporti scientifici, sarebbero oltre mezzo milione di cavie, tra conigli, criceti, porcellini d’india, topi e ratti. Gli effetti dei test che subiscono vanno dal vomito, alle convulsioni, all’emorragia degli organi interni, a danni permanenti a svariati organi. Tutti effetti collaterali dolorosi e che causano grande sofferenza. Se l’esperimento non porta alla morte, l’animale viene comunque ucciso alla fine.
Ma, una soluzione alternativa c’è: secondo gli scienziati, infatti, le cavie animali potrebbero essere sostituite utilizzando alcune forme di batteri o anche tessuti e cellule umane “artificiali” create in laboratorio. “Bellezza senza che di mezzo ci vadano gli animali”. È questo, quindi, ciò che chiede il Parlamento europeo. Un’iniziativa sicuramente di grande impatto politico ed economico che – si spera – riesca a portare il divieto di sperimentazione dei cosmetici sugli animali a una diffusione mondiale.
Immagine di repertorio




