CORTAZAR E LA LETTURA CHE CAMBIA LA VITA

CORTAZAR E LA LETTURA CHE CAMBIA LA VITA

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

Un giorno su una copertina di un piccolo libro lessi un nome a me nuovo, quello di Julio Cortàzar.

Incuriosito, cominciai a leggerlo e ne rimasi affascinato.

L’autore, oltre che scrittore, poeta e critico letterario appare come un maestro che offre ai suoi lettori, per mezzo delle sue opere, un differente punto di vista della vita.  Una vita caratterizzata da tratti magici e surreali.
Il titolo della raccolta di racconti in questione è “Bestiario”. Quello su cui vorrei soffermarmi non è l’opera in sé ma raccontare come la lettura può cambiare la vita. Perché questa rappresenta la luce che illumina il nostro percorso. Sta a noi riuscire a cogliere quell’immenso splendore che è la cultura e farlo proprio. Cortàzar, infatti, incarna, non solo un modello artistico perfetto ma anche di vita.

Ciò che più mi ha colpito di questi racconti è la ricorrenza della simbologia della casa, associata, però, alla letteratura in modo completamente rivoluzionario.

Infatti, nei racconti contenuti in “Bestiario”, dove c’è una casa, c’è un libro.

Perché cos’è la “casa” se non il nostro nido, il nostro rifugio e la custodia delle nostre piccole certezze? Ecco. Cortàzar, invece, smonta pagina dopo pagina, le poche certezze di ogni lettore che non vede più un sincero conforto nella propria casa. Questa diventa, col tempo, un labirinto di fuoco colmo di insidie e ostacoli che, spesso, come lo scrittore racconta, non facciamo che eludere con la speranza di superarli dimenticandoli.

Trasmette, allora, angoscia e paura un racconto in cui “la casa” è occupata da una tigre con cui i protagonisti devono imparare a convivere, ma impaurisce allo stesso modo, se non di più, pensare che tutti nascondiamo una “tigre” dentro di noi: il nostro lato peggiore che proviamo costantemente a nascondere, ma col quale bisogna coesistere.

In altre occasioni, invece, l’autore ci racconta di un “ponte”. Una semplice struttura, è vero, ma che, in realtà, permette dei collegamenti, altrimenti impossibili. Così Cortàzar ha fatto viaggiare la mia immaginazione e mi ha istantaneamente suscitato una grande domanda: “Esiste davvero un ponte nelle nostre vite?” e poi un’altra ancora: “Cosa collega questo ponte?” Due elementi a cui non avevo pensato e solo ora mi rendo conto che questi sono i
veri quesiti che caratterizzano la nostra esistenza.

La mia risposta a questi interrogativi è un grande “SI’”, perché il racconto deve essere un ponte con cui l’autore deve riuscire a penetrare nell’animo del lettore, permettendogli di imparare qualcosa di nuovo e autentico.

Così vado alla ricerca di quel ponte che mi permetta di raggiungere i miei sogni.

Ritengo, quindi, che la lettura di “Bestiario” sia catalogabile come una vera esperienza formativa, in cui la propria anima può viaggiare liberamente fra le pagine di questo capolavoro che consiglio ai lettori più maturi e più esperti, per la notevole difficoltà che caratterizza ogni racconto.

Francesco Cavallaro 2A – Liceo Classico “Nicola Spedalieri” – Catania