Ogni persona nasce e muore, ma nella vita terrena esiste qualcosa di eterno: l’arte. Che si tratti di un’opera pittorica, scultorea, architettonica, letteraria o musicale poco conta: tutti i prodotti della creatività umana sono “immortali”, in un modo o nell’altro.
È una realtà inspiegabile, che trascende le leggi scientifiche e i ragionamenti logici. Anche secoli dopo la loro produzione, i capolavori artistici (compresi quelli musicali e letterari) conservano un valore inestimabile nell’animo di chi li studia e apprezza, suscitano emozioni e generano dubbi e domande.
È come se possedessero una sorta di “capacità attrattiva” che rende impossibile smettere di analizzarle e interpretarle a seconda della propria indole e del contesto storico-culturale di riferimento.
La sensibilità di fronte all’arte è individuale, ma chi può dire di non provare nulla di fronte all’imponenza del Colosseo, al sorriso enigmatico della “Gioconda” di Leonardo, ai versi sublimi di Dante o Shakespeare, al simbolismo di Baudelaire o a una riproduzione concertistica de “Le quattro stagioni” di Vivaldi?
Tutti questi capolavori, come tutti gli altri, sono stati oggetto di innumerevoli interpretazioni e valutazioni differenti a seconda del momento storico. Nessuno, però, è mai riuscito a negare l’importanza dei capolavori artistici e del loro essere eterna espressione dell’essere umano, in tutte le sue sfaccettature.
E se un giorno parte di questi capolavori non esistesse più, il ricordo della loro magnificenza sopravvivrebbe comunque nelle generazioni successive. Anche quando sono “fisicamente” assenti, le produzioni artistiche e i loro autori continuano a rimanere presenti nell’immaginario collettivo e a contribuire alla formazione culturale di ciascun individuo.
Quel che rimane “viva” è la creatività, la capacità tipicamente umana di interpretare con forme e materiali innovativi il mondo conosciuto e di restituire alle generazioni future un frammento unico e inestimabile di una determinata realtà storica o di uno stato psicologico che può assumere anche un valore eterno e universalmente comprensibile, offrendo spunti di riflessione e stimoli emotivi pressoché infiniti.
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