Nostalgia del passato e ansia del futuro: il Capodanno come punto di partenza della “strada”

Nostalgia del passato e ansia del futuro: il Capodanno come punto di partenza della “strada”

L’inizio di un nuovo capitolo e la fine di quello precedente. In molti definiscono così il Capodanno, il fatidico passaggio tra un anno e l’altro. Fatidico per vari motivi.

Potrebbe sembrare una questione irrilevante eppure per la stragrande maggioranza si tratta di un momento di svolta.

La fine dell’anno racchiude un mix di emozioni forti, ricordi più o meno importanti e nuove esperienze che rappresentano un insegnamento per l’anno seguente.

Diversi sono i pensieri che si susseguono nella mente di ognuno, all’incrocio tra il punto di arrivo e di partenza.

C’è chi pensa, soddisfatto, agli obiettivi raggiunti, magari festeggiati accanto alle persone care. C’è chi, con autocommiserazione, rimprovera a se stesso che avrebbe potuto fare di più. C’è chi spera di lasciare alle spalle, insieme all’anno trascorso, eventi negativi e persone che hanno provocato dolore.

Dunque non pochi pensano alle esperienze negative, quali una delusione amorosa, la scomparsa di una persona cara o il semplice fallimento della propria carriera.

Forse è proprio per questo che, durante il conto alla rovescia, come molti affermano, ci si sente spesso assaliti dai brividi. Brividi che sanno di vissuto, misti a parti ancora vuote, da riempire con esperienze future.

Nel passaggio da una cifra all’altra, le persone accusano una sorta di nostalgia, magari dettata dall’incredulità di come sia potuto trascorrere un anno in maniera veloce, e quindi concentrando la propria attenzione sullo scorrere illimitato del tempo. Quest’ultimo è un elemento onnipresente nella vita di tutti e onnipotente poiché non può essere arrestato da nessuno.

Il tempo è per l’uomo una specie di amico/nemico. Amico perché spesso ci si affida proprio a esso per trovare delle risposte. Nemico perché il tempo, personificandolo, è qualcuno che prende molto e non restituisce nulla, non torna indietro a regalare seconde possibilità.

Il tempo sarà forse colui che la fa da padrone il 31 notte, presumibilmente perché lo stesso momento, in un passato sempre più lontano, è stato vissuto diversamente, con persone che non si rivedranno più.

Non solo, nel quadro un’altra protagonista indiscussa del countdown è l’ansia. Ansia di come sarà il nuovo anno, di cosa accadrà nel numero in questione e di quante spunte saranno presenti nella lista dei buoni propositi di ciascuno.

Inoltre, mentre tutti si riuniscono per il conto alla rovescia, spesso capita di sentirsi soli in quel momento. Come se attorno non ci fosse più nessuno e i riflettori fossero puntati esclusivamente sulla propria persona.

Una sensazione che può spaventare, ma che invece potrebbe trovare una giustificazione. Si prova una forte solitudine, chissà, perché ogni anno potrebbe essere visto come una nuova tappa individuale, di cui il percorso inizia l’1 gennaio per poi finire il 31 dicembre.

Le persone vicine potrebbero essere considerate i compagni di viaggio, un contorno della propria figura, ma non dei personaggi dal ruolo centrale. La vigilia di Capodanno potrebbe essere vista come una fermata, alla quale si arriva dopo aver proseguito lungo la stessa strada, per un bel po’. Una strada non facile, un percorso a ostacoli, dove tutti arrivano alla conclusione ma con “punteggi” diversi, a seconda del coraggio, della volontà, della forza e, perché no, di un pizzico di fortuna.

Mantenendo tale punto di vista, potrebbe essere giustificata l’importanza che si attribuisce a tale evento. Non che tutti gli altri siano irrilevanti ma, in tal senso, potrebbero rappresentare le famose tappe del percorso a ostacoli, composto non solo da sacrifici ma anche da divertimenti, seppur in minoranza.

Per rendere chiaro il concetto illustrato viene riportata una celebre riflessione, tratta dal film “Capodanno a New York”: “Prima che stappiamo lo champagne, festeggiamo il nuovo anno, fermiamoci a riflettere sull’anno che è appena passato per ricordarci sia i nostri trionfi che i nostri fallimenti e anche le promesse fatte e infrante. Le volte che ci siamo aperti per vivere grandi avventure o ci siamo chiusi in noi stessi per paura di essere feriti. È questo il significato del Capodanno: avere un’altra occasione, l’occasione di perdonare, di fare meglio, di fare di più, di dare di più, di amare di più e di smetterla di pensare alle conseguenze. Cominciare finalmente ad accettare quello che verrà. Ricordiamoci di essere buoni l’uno con l’altro, gentili l’uno con l’altro e non solo questa notte, ma tutto l’anno!”.