Minaccia Isis e allarme sicurezza: rimpatrio italiani dalla Libia

Minaccia Isis e allarme sicurezza: rimpatrio italiani dalla Libia

AUGUSTA – In corso da stamattina il rientro di una parte di italiani dalla Libia, visto il peggiorare della situazione sul territorio nordafricano con l’avanzata jihadista verso l’ovest del Paese.

Il peggioramento delle condizioni di sicurezza ha determinato la sospensione dell’attività dell’ambasciata italiana a Tripoli e, contemporaneamente, il rimpatrio via mare. I servizi essenziali saranno comunque assicurati.

In particolare, è attualmente in corso un’operazione di rimpatrio a bordo di una nave degli italiani residenti in Libia che hanno deciso di lasciare il Paese.

La nave, a bordo della quale si trovano, secondo il Times of Malta, tra i 50 e i 100 italiani è salpata sotto la scorta della Marina Militare e la sorveglianza aerea di un Predator dell’Aeronautica mentre le attività a terra sono state monitorate dai carabinieri (una trentina di unità) in servizio all’ambasciata italiana di Tripoli.

La nave dopo lo scalo a Malta per rifornirsi di carburante proseguirà la navigazione verso la Sicilia.  Il porto di destinazione è quello  di Augusta.

Si tratta in realtà, secondo la Farnesina, di una operazione già preannunciata ricordando che a partire dal primo febbraio scorso il sito www.viaggiaresicuri.it aveva ribadito l’invito ai connazionali di non recarsi in Libia o a lasciare il Paese. L’avviso era stato pubblicato dopo l’attacco terroristico del 27 gennaio all’Hotel Corinthia di Tripoli, in cui erano rimaste uccise numerose persone, inclusi sei stranieri.

Preoccupante il fatto che il governo italiano entra ufficialmente nella lista dei nemici dello Stato islamico (Isis) e lo si apprende dal radiogiornale ufficiale dell’Isis al Bayan, l’emittente che trasmette dall’Iraq in cui il ministro degli esteri Paolo Gentiloni è definito “ministro dell’Italia crociata. Dopo l’avanzata dei mujahidin in Libia ha detto che l’Italia è pronta a unirsi alla forza guidata dalle Nazioni atee per combattere lo Stato islamico“.

Ora è sulle intenzioni del governo italiano che ruotano il dibattito e le preoccupazioni politiche.