Divisa tra “lotta” interna e riscoperta dei valori, una società trasformata dalla quarantena

Divisa tra “lotta” interna e riscoperta dei valori, una società trasformata dalla quarantena

È bastato un “nemico invisibile” per segnare un’intera società, trasformata nei suoi aspetti più intimi da restrizioni, stravolgimenti della quotidianità e oscillazioni costanti tra speranza e pessimismo.

Chiunque guardi all’umanità in questo momento sicuramente vede una realtà molto diversa da quella di pochi mesi fa. E ci sono i presupposti per pensare che nel prossimo futuro qualsiasi azione della quotidianità verrà rivista e rivalutata alla luce delle trasformazioni dovute al lockdown per il Coronavirus.

Questa “rivoluzione” è ben visibile anche in quello che ormai, in periodo di quarantena, è diventato l’habitat naturale di tutti: il mondo dei social. Il web si è fatto specchio dell’evoluzione della società, di tutti i suoi mali ma anche della sua umanità, risvegliata sotto molti aspetti dall’emergenza sanitaria.

Cambiamenti in meglio o in peggio? Entrambi. È impossibile non notare la cattiveria insita in certi commenti, le lamentele che spesso sfociano in sterili polemiche, serie apparentemente infinite di fake news e insulti costanti a chiunque. Al tempo stesso, però, non si può negare l’effetto “benefico” del Covid-19 sulla riscoperta del valore dell’interazione sociale, dei ricordi, di chi offre servizi di prima necessità, del patriottismo, della libertà personale…

Si potrebbe dire che, paradossalmente, il virus ha tirato fuori il meglio e il peggio della società.

Iniziando da quest’ultimo, è evidente come, negli ultimi mesi, i social si siano riempiti costantemente di attacchi e insulti. Nessuno viene risparmiato: chi ha sottovalutato la situazione prima di comprenderne la gravità, chi prega, chi urla, chi mantiene un atteggiamento ottimista o chi, al contrario, si abbandona al pessimismo più totale di fronte allo stress emotivo, fino a chi lavora, con non poche difficoltà (e perché no, a volte anche errori), nel mondo dell’epidemiologia o dell’informazione in un periodo che nessuno sa fino in fondo come gestire.

Persino coloro che, godendo di una situazione economica stabile e di una certa notorietà, hanno cercato di dare il loro contributo con donazioni e “campagne pubblicitarie” che invitano i cittadini a rimanere in casa per prevenire i contagi. Tra questi anche famosi “influencer” e personaggi pubblici che, abbandonando temporaneamente la loro veste più sofisticata e il loro settore di competenza, si sono mostrati nella loro dimensione più umana e tentato di fare del bene.

“Ma che competenza hanno questi per dirci di stare a casa?”, “Ma a chi importa della loro opinione?”, “Certo, ora che lo hanno detto loro la cosa viene presa sul serio”, “Con i milioni che guadagnano, che sarà mai qualche euro donato agli ospedali?”: una pioggia di insulti, spesso pieni di stereotipi e turpiloqui che lasciano intravedere una parte della società “incattivita” dalla situazione mai vista prima.

Quasi una “guerra civile” e una “lotta” di tutti contro tutti che, naturalmente, non ha risparmiato neanche gli esperti di virologia e la classe politica, in un momento in cui forse sarebbe il caso di mettere da parte rivalità e scontro per provare a sconfiggere il “nemico” comune con la collaborazione.

A peggiorare una situazione già piuttosto compromessa contribuiscono i dubbi, le indiscrezioni e le opinioni estremamente divergenti, nonché le notizie false e tendenzialmente allarmistiche, che generano ancora più diverbi e “scontri“.

Fortunatamente, però, c’è una luce in fondo al tunnel: nel mondo social, e al di fuori di esso, c’è chi, piuttosto che reagire con l’indifferenza o con l’avversione ha preferito sfruttare la quarantena per riscoprire l’importanza del tempo con la famiglia o per aiutare coloro che hanno bisogno. Donazioni, beneficenza, spesa per le persone che non possono uscire di casa, tutorial, programmi di intrattenimento “da casa”, musica, messaggi di incoraggiamento: questi e molti altri sono i modi di utilizzare le proprie risorse e i propri talenti a vantaggio di chi vive in una situazione di disagio.

L’emergenza ha senza dubbio messo in luce tutto ciò che non va bene nelle società contemporanee, quanto c’è ancora da fare e quanto avrebbe potuto essere fatto prima, ha aumentato le critiche e gli scontri, ma al tempo stesso ha risvegliato emozioni e valori che, in tempo di “pace”, sembravano sopiti: forza di volontà, duro lavoro, amore, umanità, semplicità, rispetto e tanti altri.

Non si sa cosa accadrà nei prossimi mesi o quanto si ricorderà nei prossimi anni di questa pandemia, ma senza dubbio ognuno ne sarà toccato in modo diverso e la società dovrà mettere in campo ogni mezzo per combattere i cambiamenti negativi e supportare quelli che possono ricostruire la società post-Coronavirus nel migliore nei modi.

Fonte immagine: Pixabay – congerdesign