Covid-19, la peste del XXI secolo?

Covid-19, la peste del XXI secolo?

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

Martedì 10/03/2020 i catanesi si sono svegliati in una atmosfera surreale, il cielo è grigio, uggioso ed anche gli animi riflettono l’atmosfera circostante.

È bastata una dichiarazione del premier Conte, per far cambiare l’atteggiamento dei cittadini, a tratti irresponsabile, che già alle 8 del mattino sono in fila fuori dai supermercati, intenti ad accaparrare più merce possibile.
Anche le farmacie, sono prese d’assalto, stracolme di persone; tutti cercano l’ultima mascherina o l’ultimo flaconcino di amuchina, che forse non arriverà mai. Tutto sembra surreale, inverosimile.

La situazione è stata sicuramente sottovalutata dai media, basti solo confrontare i servizi televisivi sul covid-19 di un mese fa con quelli attuali; si parlava di inutile allarmismo, si elogiava l’Italia come paese impossibile da infettare, si parlava di una semplice e trascurabile influenza. Un mese dopo le opinioni si ribaltano, tutti rimangiano le parole dette in precedenza, le nostre televisioni sono inondate da spot televisivi sul virus e da tutorial sul come lavare le mani…

Ancor prima della chiusura delle scuole a Catania si era pensato come contromossa per contrastare il virus, di inserire i contenitori del sapone nei bagni degli studenti, come se non dovessero, indipendentemente dal virus, esser già presenti.
Arrivati a questo punto con circa 8000 contagiati (numero che tenderà a salire), l’Italia chiede aiuto, oltre che all’Europa, alla Cina, per l’invio di medici e mascherine (le stesse che erano considerate inutili).

Chiediamo aiuto alle stesse persone, che solo poche settimane fa abbiamo discriminato ed emarginato, ebbene non possiamo fare altro che prendere esempio dal popolo cinese, che si è dimostrato in grado di fronteggiare il covid-19, grazie alla civiltà della popolazione, ed alla tempestività delle autorità nel costruire degli ospedali per ospitare chi ne avesse avuto bisogno. È doveroso sottolineare e fare una dovuta riflessione come il popolo italiano punti con molta facilità il dito contro gli immigrati, che arrivano nel nostro paese per scappare dalla guerra, ma non è forse lo stesso comportamento che è stato fatto da moltissime persone in Lombardia e nelle altre regioni del nord Italia, che in preda alla paura, per una possibile infezione, si sono riversate irresponsabilmente nel sud Italia, permettendo l’espansione del virus?

Quando tutto ciò sarà finito bisognerà pensare, prima di giudicare gli altri, e riflettere su ciò che si fa, perché quando si entra in una situazione di panico l’essere umano perde lucidità e non vi è più la differenza che egli stesso impone tra un nero, un bianco o un cinese.

Matteo Fasà  4A Inf – I.T.I.S. “S. Cannizzaro” – Catania