CATANIA – La notizia di un bando di concorso indetto dalla Circumetnea – emanato lo scorso 16 gennaio – per la ricerca di un collaboratore di ufficio geometra, di un coordinatore di ufficio area appalti e gare e di un operatore qualificato tornitore riservato esclusivamente a cittadini extracomunitari ha fatto discutere il web e i cittadini specie in una fase di crisi lavorativa profonda.
Ma leggendo tra il burocratese e le leggi possiamo smentire il presunto “caso”. Si tratta della riapertura dei termini del bando che prevedeva complessivamente quattro posti e che era stato emanato – come si evince dal sito della Circumetnea – lo scorso 24 ottobre 2014.
I posti erano riservati alle persone con cittadinanza italiana o di uno stato membro dell’Unione, ma una legge prevede – la 97 del 2013 che regola le disposizioni per l’adempimento degli obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia all’Unione Europea – la garanzia di accesso ai concorsi pubblici ai cittadini extracomunitari titolari del diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente.
All’articolo 7 della legge sopracitata si prevede, dunque, l’accesso ai concorsi pubblici – oltre che per i cittadini comunitari e italiani – anche per gli extracomunitari con permesso di soggiorno, ai rifugiati e ai titolare di protezione sussidiaria, ai familiari extra Ue di cittadini comunitari, titolari dei diritto di soggiorno o del diritto di soggiorno permanente.
Siccome il primo bando emanato dalla Circumetnea non aveva tenuto conto di questa legge sono stati riaperti i termini del bando esclusivamente per i cittadini extracomunitari. Il nuovo bando scadrà il prossimo 16 febbraio.
Di conseguenza in un primo momento gli italiani e i comunitari hanno potuto presentare domanda e a seguito della riapertura anche i cittadini extracomunitari.
Quindi nessun caso o nessuna discriminazione al contrario. Solo un bando un po’ pasticciato a causa della dimenticanza della legge 97 del 2013. Un caso analogo è accaduto con il bando del servizio civile nazionale che rimase a lungo sospeso a seguito della sentenza del Tribunale di Milano che ha sancito come illegittima l’esclusione di un giovane cittadino extracomunitario, residente in Italia.