SICILIA – Su delega delle DDA di Catania e Messina, i carabinieri del comando provinciale di Messina e i Finanzieri dei comandi provinciali di Catania e Messina hanno dato esecuzione a due ordinanze, rispettivamente emesse dai Giudici per le Indagini Preliminari di Catania e Messina, con le quali sono state disposte misure cautelari personali nei confronti, complessivamente, di 39 persone, a vario titolo indiziate per associazione per delinquere di tipo mafioso e trasferimento fraudolento di valori; associazione finalizzata al narcotraffico; numerosi episodi di spaccio di stupefacenti, estorsione, rapina, accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti – reati aggravati ai sensi dell’art. 416-bis.1 del codice penale, poiché commessi con metodo mafioso o con il fine di agevolare il clan “Cappello-Cintorino”.
Maxi blitz antidroga tra Messina e Catania: i dettagli
All’operazione hanno preso parte oltre 260 tra carabinieri e Finanzieri dei comandi provinciali di Catania e Messina, che si sono avvalsi del supporto di:
- militari dell’Arma dei carabinieri, segnatamente dello Squadrone Eliportato Cacciatori “Sicilia”, del Nucleo Cinofili e del 12° Nucleo Elicotteri di Catania;
- personale della Guardia di Finanza della compagnia Pronto Impiego Catania (“Baschi Verdi” e unità cinofile) e della Sezione Aerea di Manovra di Catania.
Le indagini hanno delineato, nel periodo corrente dal 2020, un quadro aggiornato degli equilibri criminali e della loro evoluzione nella fascia di territorio a cavallo tra le province di Catania e Messina, documentando l’influenza su quell’area del clan catanese “Cappello” di Catania e l’attualità del sodalizio criminale di tipo mafioso, denominato clan “Cintorino”, costituente articolazione locale della menzionata organizzazione catanese, con cui è risultato storicamente e stabilmente collegato e alleato, attivo in particolare tra Calatabiano (CT), Giardini Naxos (ME), Taormina (ME) e zone limitrofe.
Le ordinanze
Le due ordinanze sono il risultato della strettissima sinergia investigativa attuata dalle DDA di Catania e di Messina, sotto il coordinamento della Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, nonché fra i carabinieri e la Guardia di Finanza, finalizzata a contrastare più efficacemente le persistenti attività, anche di sfruttamento economico del territorio, proprie dei citati sodalizi nei territori “di confine” dei distretti di Catania e Messina.
In tale contesto, sarebbero state ricostruite molteplici vicende criminali che avrebbero confermato, come ricostruito sulla base di indizi ritenuti gravi, come gli indagati si adoperassero per il mantenimento in vita e il rafforzamento del sodalizio mafioso, avvalendosi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva, per commettere una serie indeterminata di “reati fine”, tra cui, in particolare, quelli legati ad attività estorsive ed al traffico organizzato e spaccio di sostanze stupefacenti.
Le indagini
Nel dettaglio, le investigazioni delegate dalle DDA ai finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria etneo – G.I.C.O., anche mediante intercettazioni telefoniche e ambientali, servizi di osservazione e riscontro, acquisizione di dati e notizie tramite banche dati in uso alla G.d.F., avrebbero permesso di acquisire molteplici evidenze indiziarie fortemente sintomatiche della perpetua operatività del clan Cintorino, quali:
- l’impegno mai scemato degli indagati per il mantenimento in carcere dei vertici storici del clan;
- il coinvolgimento in attività estorsive e il controllo del territorio;
- la disponibilità di armi da fuoco e il ricorso a figure apparentemente “pulite” per la loro custodia;
- l’uso delle armi nei confronti di altri soggetti;
- l’attitudine a dirimere controversie attraverso il richiamo alla potenza e alla capacità di intimidazione propria del clan mafioso;
- la capacità di un esponente storico di impartire direttive dal carcere attraverso apparecchi telefonici clandestini procurati dai familiari o da soggetti vicini.
Nell’ambito delle indagini dirette dalla DDA di Catania sull’associazione mafiosa, a seguito del coordinamento tra gli Uffici requirenti, sono state valorizzate anche utili risultanze delle attività investigative condotte dai Carabinieri del Comando Provinciale di Messina sotto la direzione della DDA peloritana.
I ruoli dei soggetti di spicco
La Guardia di Finanza etnea è stata, altresì, delegata dalle DDA ad individuare i soggetti di spicco della predetta associazione, destinatari poi del provvedimento custodiale, ricostruendone le vicende criminali nel periodo investigato.
In particolare, dalle stesse sarebbe risultato che:
- SPINELLA Mariano avrebbe assunto il ruolo di promotore/reggente del clan Cintorino;
- PEDICONE Riccardo, braccio destro del boss PACE Mario del clan Cappello, avrebbe rappresentato il referente per tale sodalizio mafioso etneo, affermandosi come organizzatore delle illecite attività sul versante ionico.
Per quanto concerne gli altri partecipi, alle figure storiche di SPINELLA Carmelo (fratello di Mariano) e RANERI Giuseppe, attualmente detenuti, si affiancherebbero soggetti emergenti, come:
- GALASSO Alessandro;
- MAVILLA Diego, uomo di fiducia di PEDICONE;
- CINTORINO Christopher Filippo, legato a vincoli di sangue con l’esponente di spicco da cui origina la denominazione del clan, essendo nipote del boss Antonino.
Quest’ultimo, avvalendosi dell’autorità derivante dai legami familiari, si sarebbe imposto sul territorio, primariamente nel settore degli stupefacenti.
Il controllo del territorio
I molteplici episodi osservati confermerebbero come il gruppo CINTORINO avrebbe attuato un ramificato controllo del territorio, anche attraverso una metodica attività estorsiva nel comprensorio di Calatabiano e nei comuni limitrofi della fascia ionica etnea e messinese, a danno di operatori economici dell’edilizia, dei trasporti e di attività turistico-ricettive.
Significativo riscontro della forza d’intimidazione territoriale del clan si desumerebbe inoltre dalle richieste di intervento rivolte al reggente del sodalizio SPINELLA Mariano, per dirimere controversie insorte tra sodali e tra questi ultimi e soggetti esterni all’organizzazione, per le questioni più varie: da quelle di carattere economico a quelle sentimentali.
Narcotraffico
Nel settore degli stupefacenti, l’affiliato CINTORINO Christopher F., imparentato con il capo storico del sodalizio CINTORINO Antonino, avrebbe rivestito un ruolo di primo piano, dirigendo e gestendo un gruppo capace di assicurare in maniera stabile un mercato operativo a “ciclo continuo”.
Il traffico di sostanze stupefacenti (cocaina, hashish e marijuana) avrebbe avuto un nucleo centrale costituito da:
- CINTORINO Christopher F. con ruolo direttivo
- GALASSO Alessandro
- MOBILIA Carmelo
- MURATORE Cinzia
Questi ultimi tre avrebbero avuto il ruolo di organizzatori dediti alla contrattazione, al trasporto, al confezionamento e all’occultamento della sostanza stupefacente, affiancati da una rete di spacciatori stabilmente collegata.
Le indagini tecniche e i gravi indizi di colpevolezza
Le indagini tecniche delegate dalla DDA ai Finanzieri etnei avrebbero poi restituito gravi indizi in merito al fiorente business criminale del traffico di stupefacenti, nonostante le cautele adottate dagli indagati per dissimulare l’attività realmente svolta ed evitare di attrarre l’attenzione delle forze dell’ordine.
Non sarebbero stati rari i tentativi di dissimulare il reale oggetto della conversazione, mediante riferimenti all’attività di allevamento canino o a una nota bevanda gassata per indicare la cocaina. Sarebbe stato inoltre appurato l’utilizzo di telefoni dedicati e applicazioni di messaggistica non intercettabili con le comuni tecniche, con il verosimile fine di eludere eventuali investigazioni.
Altri 5 arresti e sequestro
Nel corso delle investigazioni delegate dalla DDA alle Fiamme Gialle del Nucleo PEF di Catania, sarebbero stati monitorati diversi episodi di approvvigionamento e di cessione di narcotico, che hanno portato complessivamente all’arresto in flagranza di 5 indagati e al sequestro di circa:
- 13 kg di cocaina
- 55 kg di hashish
- 72 kg di marijuana
Significativo è risultato il ritrovamento e sequestro di 71,5 kg di marijuana tipo SKUNK, quasi 1 kg di hashish e 3 etti di cocaina all’interno del cimitero di Giarre (CT), risultata una delle basi operative e di deposito del gruppo criminale.
Scambio elettorale e infiltrazioni nel territorio
Sarebbe stato inoltre accertato che PEDICONE Riccardo, esponente del clan Cappello, attivo a Giardini Naxos, in occasione delle consultazioni regionali del settembre 2022, si fosse adoperato per supportare la campagna elettorale di un candidato catanese per l’Assemblea Regionale Siciliana.
Le risultanze investigative sulla ricerca del sostegno elettorale, seppur non abbiano consentito di configurare il reato di scambio elettorale politico mafioso (art. 416-ter c.p.), avrebbero comunque confermato il riconoscimento mafioso della figura di PEDICONE, in quanto sodale influente e in grado di assicurare appoggi elettorali anche in elezioni di livello regionale.
Gli accertamenti dei carabinieri
Le indagini delegate dalla DDA all’Arma dei carabinieri di Messina avrebbero evidenziato, a livello di gravità indiziaria, il ruolo di PEDICONE Riccardo nel territorio di Giardini Naxos.
A partire dal 2020, insieme ad altri soggetti ritenuti appartenenti alla stessa organizzazione mafiosa, tra cui SICALI Carmelo, avrebbe:
- Trasferito nel territorio di Giardini Naxos una parte degli interessi illeciti del gruppo;
- Avviato una fiorente attività nel narcotraffico;
- Compiuto estorsioni, agendo con modalità mafiose.
Le intercettazioni
Le intercettazioni delegate dalla DDA ai carabinieri evidenzierebbero come dai vertici del clan CAPPELLO di Catania fosse stata imposta la presenza di PEDICONE Riccardo sul territorio di Giardini Naxos.
Nel linguaggio criptico utilizzato dagli indagati, si parlava di “giocare in quel paese con i bambini”, espressione che gli investigatori hanno interpretato come un chiaro riferimento ai sottoposti dell’organizzazione criminale.
Gli indagati si sarebbero definiti “tutti una cosa”, un’espressione che rafforzava il vincolo associativo, indicando l’unità del gruppo e il sostegno reciproco, anche in caso di arresti.
Violenza e gestione del territorio
PEDICONE Riccardo, ritenuto sulla base del quadro indiziario acquisito capo dell’organizzazione, nel corso dell’indagine si sarebbe trasferito dalla città etnea a Giardini Naxos, per organizzare meglio gli affari illeciti.
Si sarebbe avvalso principalmente di soggetti del posto per:
- Gestire lo smercio di sostanze stupefacenti;
- Esercitare richieste estorsive.
Le modalità sarebbero state tipicamente mafiose, spesso con azioni violente.
Le indagini condotte dai carabinieri hanno inoltre documentato l’esistenza e l’operatività di due distinti gruppi criminali nel traffico di stupefacenti, attivi quasi in monopolio a Giardini Naxos e nelle zone limitrofe, con PEDICONE Riccardo come capo, gravemente indiziato di essere legato al clan “Cappello”, il quale avrebbe operato sul territorio con piena autonomia decisionale.
Avvio delle indagini
Le attività investigative sul traffico di stupefacenti sono state avviate nel febbraio 2020, a seguito di una rapina con l’utilizzo di armi ai danni di una sala giochi di Giardini Naxos.
Dalle prime risultanze, tramite il monitoraggio dei soggetti individuati come indiziati, sarebbero emersi elementi relativi a un vasto traffico di sostanze stupefacenti.
In particolare, due gruppi criminali, con un vertice definito e ruoli suddivisi tra fornitori, corrieri, vedette, gestori delle basi operative e della “cassa”, avrebbero smerciato cocaina, marijuana e hashish nel territorio jonico della provincia messinese. Questi sodalizi si sarebbero avvalsi di basi logistiche, dapprima situate in un’officina meccanica e poi in un bar di Giardini Naxos.
Lo stupefacente sarebbe stato trasportato dai componenti dei sodalizi, riforniti dal clan “Cappello”, a cui sarebbero stati destinati i proventi dello smercio. Tali proventi sarebbero serviti sia per affermare il dominio economico e criminale dell’associazione mafiosa sul territorio, sia per il mantenimento economico dei propri esponenti detenuti.
Violenza e intimidazioni
Nel corso delle indagini, sarebbero stati documentati intimidazioni e violenti pestaggi, eseguiti su ordine di PEDICONE Riccardo, capo dei sodalizi. Le vittime sarebbero stati pusher, anche interni ai gruppi, che avevano trattenuto per sé il narcotico, erano insolventi o ritardavano la consegna del denaro ricavato dallo smercio.
La struttura dei sodalizi sarebbe risultata flessibile e dinamica, con ruoli che variavano nel tempo. Persino il capo promotore, PEDICONE Riccardo, sarebbe stato temporaneamente sostituito al vertice da CRIMI Matteo Fortunato Mario, a seguito di una convalescenza dovuta a un conflitto a fuoco avvenuto a Catania, in cui era rimasto ferito.
Nell’ambito delle indagini delegate dalla DDA ai carabinieri, sono state arrestate in flagranza di reato 17 persone e sequestrati oltre 11 kg di stupefacente, tra marijuana, hashish e cocaina.
Filone investigativo su estorsioni e mafia
Un secondo filone investigativo, focalizzato sull’area di Taormina e delegato al G.I.C.O. della Guardia di Finanza di Messina, ha portato alla raccolta di gravi indizi relativi ad attività estorsive nella fascia ionica della provincia di Messina e zone limitrofe.
Tra i principali soggetti coinvolti emerge nuovamente PEDICONE Riccardo, operante per il clan “Cappello”, e referenti dell’articolazione dei “Cintorino” e del sodalizio mafioso “Brunetto-Santapaola”. Le estorsioni sarebbero avvenute in continuità con gli accordi spartitori stabiliti negli anni precedenti.
Operazione “Isola Bella” e controllo del settore turistico
Questa attività investigativa si pone in continuità con le indagini precedenti dei Finanzieri etnei, dirette dalla DDA catanese, nell’ambito dell’operazione “Isola Bella”. Tale operazione ha riguardato atti estorsivi perpetrati fino al settembre 2017 nel settore delle escursioni turistiche nella zona dell’Isola Bella di Taormina, sfociati nell’emissione di misure cautelari nel 2019 e successive condanne di primo e secondo grado.
Le nuove indagini hanno aggiornato la situazione, mettendo in luce il ruolo di PEDICONE Riccardo, cognato di un esponente arrestato nella precedente operazione e coinvolto in numerosi episodi di estorsione aggravata.
Metodi di intimidazione e violenza
Le indagini hanno raccolto prove su una serie di estorsioni aggravate dalle modalità mafiose, compiute ai danni di privati, imprenditori locali e, in particolare, imprese del settore delle escursioni turistiche. L’obiettivo era agevolare l’associazione mafiosa e finanziare l’assistenza ai detenuti affiliati.
Per vincere eventuali resistenze, i sodali avrebbero usato ogni strumento di persuasione psicologica, minacce e violenza fisica. In un caso, è stata collocata una bottiglia con liquido infiammabile e un accendino sulla porta di un esercizio commerciale. In un altro episodio, RANERI Giuseppe avrebbe tentato di sfondare la porta di casa di una vittima in piena notte, lanciando oggetti contundenti contro la finestra per costringerla a cedere alle richieste mafiose.
Occupazione del settore turistico
Dopo una fase iniziale di spartizione delle aree di influenza attraverso estorsioni, un gruppo criminale sarebbe riuscito a eliminare la concorrenza e diventare direttamente impresa, monopolizzando il settore delle escursioni turistiche nella zona più esclusiva. Questo avrebbe generato ingenti guadagni, grazie all’enorme afflusso di turisti tra marzo e ottobre.
Sviluppi giudiziari e prossime fasi
I G.I.P. di Messina e Catania si sono riservati di valutare, a seguito di interrogatorio preventivo, l’adozione di misure cautelari nei confronti di ulteriori 13 indagati.
Quanto sopra è esposto ai fini del corretto esercizio del diritto di cronaca, costituzionalmente garantito, e in considerazione dell’interesse pubblico alla chiarezza dei fatti.
Si precisa che il procedimento è ancora nella fase delle indagini preliminari, in cui gli indagati sono presunti innocenti fino a sentenza definitiva. L’eventuale giudizio, che si svolgerà nel pieno contraddittorio tra le parti davanti a un giudice terzo e imparziale, potrebbe concludersi anche con l’assoluzione degli indagati.
I nomi degli arrestati di oggi
ORDINANZA G.I.P. DI CATANIA – DESTINATARI DI O.C.C. IN CARCERE
- CINTORINO Christopher Filippo, nato il 26.04.1992 a Taormina (ME);
- GALASSO Alessandro, nato il 31.01.1978 a Taormina (ME);
- DE LUCA Antonino, nato il 26.04.1998 a Taormina (ME);
- MAVILLA Diego Enrico, nato il 19.10.1976 a Catania;
- MOBILIA Carmelo, nato il 24.02.1975 a Calatabiano (CT);
- MURATORE Cinzia, nata il 10.02.1979 a Sesto San Giovanni (MI),;
- MURATORE Gianluigi, nato il 27.05.1992 a Taormina (ME);
- PEDICONE Riccardo, nato il 07.02.1980 a Catania;
- RANERI Giuseppe (inteso “Peppe Castelmola”), nato a Taormina (ME) il 27.02.1972;
- RAMO Giovanni Lorenzo Salvatore nato il 31.03.1993 a Taormina (ME);
- RICCIARDI Ciro, nato il 22.06.2001 a Caserta (CE);
- SPINELLA Carmelo, nato il 15.10.1971 a Calatabiano (CT);
- SPINELLA Mariano (INTESO “U biondu”), nato il 12.03.1966 a Graniti (ME);
- TREMANTE Anna, nata il 08.10.1980 a Napoli.
ORDINANZA G.I.P. DI MESSINA – DESTINATARI DI O.C.C. IN CARCERE/ARRESTI DOMICILIARI
- ALFONSO Renato, nato a in Germania il 28.10.1981;
- CIPRONE Letterio, nato a Taormina (ME) il 01.12.1975;
- CRIMI Matteo Fortunato Mario, nato a Catania il 12.07.1980;
- CURCURUTO Alessandro, nato a Mongiuffi Melia (ME) il 01.12.1955;
- D’AMORE Carmelino Antonino, nato a in Svizzera il 07.06.1971;
- FERRARA Salvatore, nato a Milazzo (ME) il 26.01.1975;
- GALASSO Alessandro, nato a Taormina (ME) il 31.01.1978;
- LE MURA Carmelo, nato a Taormina (ME) il 22.11.1973;
- MAZZULLO Giuseppe Daniele, nato a Taormina (ME) il 12.11.1977;
- PEDICONE Riccardo, nato a Catania il 07.02.1980;
- RANERI Giuseppe, nato a Taormina (ME) il 27.02.1972;
- RUGGERI Giuseppe, nato a Taormina (ME) il 15.05.1965;
- RUSSO Nicola, nato a Giarre (ME) il 11.06.1983;
- SESSA Carmelo, nato a Catania il 18.12.1977;
- SICALI Carmelo, nato a Catania il 24.07.1966;
- TREMANTE Anna, nata a Napoli il 08.10.1980;
- CRIMI Salvatore, nato a Taormina (ME) il 25.02.1969;
- DI STEFANO Giuseppe Concetto, nato a Catania il 26.02.1979;
- MANGIAGLI Rosario, nato a Catania il 24.08.1963;
- MIRABILE Rosalinda, nata a Taormina (ME) il 20.01.1980;
- NASSI Gianfranco, nato a Taormina (ME) il 17.03.1995;
- NOCE Rosario, nato a Taormina (ME) il 13.07.1990;
- RANERI Rosario, nato a Taormina (ME) il 21.12.1977;
- RONSISVALLE Vincenzo, nato a Catania il 15.12.1974;
- SICALI Annamaria, nata a Catania il 23.04.1987.