Strage di Portella della Ginestra, un primo maggio di sangue in Sicilia nel 1947

Strage di Portella della Ginestra, un primo maggio di sangue in Sicilia nel 1947

PIANA DEGLI ALBANESI – L’1 maggio si festeggia tradizionalmente la Festa dei Lavoratori, ma il primo giorno del quinto mese dell’anno è anche l’anniversario di una delle tragedie più terribili mai avvenute in Sicilia, la strage di Portella della Ginestra.

Era l’1 maggio 1947. Numerose persone celebravano la Festa dei Lavoratori pochi anni dopo la fine della dittatura fascista e nella fase “iniziale” di un difficile Secondo Dopoguerra a Portella della Ginestra, località di Piana degli Albanesi (in provincia di Palermo).

Undici di quelle persone che gioivano in mezzo alla folla non tornarono mai a casa: furono colpite e uccise da colpi di pistola. Tra loro c’erano anche dei bambini, nello specifico due ragazzini di 12 anni e uno di appena 8 anni. Altri 27 tra i presenti furono feriti.

La strage è stata solo uno dei tanti esempi di attività criminale messa in atto dalla banda di Salvatore Giuliano, il celebre “bandito” siciliano noto come “Re di Montelepre”.

Ancora oggi sono tante le domande irrisolte sulla vicenda: chi furono i mandanti? Mafia e politica hanno giocato un ruolo in questo tragico evento? Sarebbe stato possibile evitare la strage? Si tratta di questioni destinate probabilmente a rimanere senza una risposta certa, poiché neanche le indagini hanno (al momento) fatto definitivamente luce su certi dettagli.

Il perché dell’eccidio è parzialmente avvolto nel mistero. Si dice che dietro la figura del “bandito Giuliano” vi fossero esponenti della mafia locale, del braccio violento degli indipendentisti siciliani e delle forze reazionarie. Obiettivo comune a questi gruppi, così come alla banda di Salvatore Giuliano, al tempo era contrastare il comunismo (gli attentati a sedi di partiti di sinistra dopo la strage, sempre a opera della banda di Giuliano, furono diversi) e/o una serie di cambiamenti che stavano lentamente imponendosi nel contesto siciliano dopo la Seconda Guerra Mondiale.

La strage segnò profondamente l’opinione pubblica ed è stata ispirazione per tutta una serie di prodotti della cultura popolare, siciliana e non. Il poeta dialettale Ignazio Buttitta compose un poema sull’episodio, ma sono state scritte anche opere teatrali (Lule të shumta ka gjinestra – “Ha molti fiori la ginestra” di Zef Schirò Maji è un esempio) e cinematografiche.

Quanto accaduto il primo maggio del 1947 non ha lasciato indifferenti neanche un artista come Renato Gattuso, che nel 1957 realizzò “Portella della Ginestra” per ricordare la strage contadina, né i cantastorie che nel tempo hanno composto molto sulla banda di Salvatore Giuliano e sull’eccidio.

Fonte immagine: Wikipedia