MONDO – Una notizia che ha fatto scalpore e che ha di fatto iniziato a mobilitare i piani alti del governo americano riguarda quella verificatasi a Uvalde, in Texas, dove un ex studente appena 18enne ha aperto il fuoco contro i bambini di una scuola elementare.
Paura, sgomento e tante lacrime versate, ma anche necessità di cambiare le carte in tavola. Il fatto che ogni strage debba essere ricordata per raggiungere una stabilità sociale adeguata al contesto in cui si vive deve avere un punto d’inizio e una fine (si spera lieta). Il tutto condizionato da una situazione ormai divenuta ingestibile tra armi e il mercato gestito dalle lobby statunitensi di cui, dati alla mano, difficilmente se ne può fare a meno.
Basta presentare un documento di identità, compilare un modulo poco attenzionato e, naturalmente, pagare. Una mitraglietta semi automatica Ar-15, ha il modico prezzo di circa 350 dollari. Il classico sogno (ma soprattutto paradosso) americano comprende il divieto di bere alcol fino ai 21 anni di età consentendo però di acquistare strumenti d’assalto e munizioni? Nei negozi più gettonati, di solito, vi è anche un poligono. Con 50 dollari si può noleggiare persino un kalashnikov ed esercitarsi seguendo i premurosi e competenti consigli dei commessi.
In tutti i Paesi ci sono persone con disagi mentali che cercano di trovare un sostegno o una valvola di sfogo, ma quello che principalmente differenzia gli Stati Uniti rispetto ad altri zone è la facilità di ottenere armi, utilizzate per due fini principali: dare leva alla pazzia e all’instabilità che seminano terrore come quella avvenuta nello Stato meridionale d’oltreoceano oppure per difesa personale.
Quando si parla di difesa personale non possiamo fare paragoni con l’Italia, un argomento che per molti anni fino ad oggi viene considerato un tabù. Nel nostro Paese, l’acquisto di un’arma da sparo presuppone che l’acquirente sia in possesso di un’autorizzazione rilasciata dalla polizia. Chi non è in possesso di un porto d’armi dovrà munirsi di un nullaosta all’acquisto.
Oltre a ciò occorrono una certificazione comprovante l’idoneità psicofisica e una dichiarazione sostitutiva in cui l’interessato attesti di non trovarsi nelle condizioni ostative previste dalla legge dichiarando le generalità delle persone conviventi, di non essere stato riconosciuto obiettore di coscienza oppure di aver presentato istanza di revoca dello status di obiettore presso l’Ufficio nazionale per il servizio civile.
Ritornando alla situazione presente negli USA, è possibile che sia stata data un’interpretazione estremista al secondo emendamento della Costituzione. Nella visione dei padri fondatori, il diritto di portare armi a livello individuale equivaleva a quello del popolo armato perché il popolo in armi è l’esercito del Paese per difendersi contro l’invasore.
Nella situazione attuale, invece, dalla sentenza Miller del 2008, è diventato il diritto estremo del singolo di armarsi come preferisce andando anche contro lo Stato.
La destra americana è riuscita a far diventare quella delle armi una propria identità. Un’identità che definisce e personifica i componenti del Partito Repubblicano.
Oltre alla componente personale, lo Stato rappresentato da Joe Biden continua a mettere in luce problemi razziali ed etnici. I bianchi temono di diventare minoranza mentre le minoranze attualmente confermate cercano sfogo e appoggio nelle armi, viste come unico strumento di giustizia per combattere il senso di sfruttamento e oppressione.
“Sono stanco, dobbiamo agire“. È un Joe Biden molto scosso e con le lacrime agli occhi che si rivolge agli americani e al Congresso per chiedere una stretta su pistole e fucili dopo i diversi episodi che hanno avuto come musa ispiratrice il massacro della Columbine High School del 20 aprile 1999.
“L’idea che un 18enne possa entrare in un negozio e acquistare un fucile è sbagliata“, prosegue il primo cittadino americano. Difficile da attuare, ma facile da pensare: potrebbe essere il momento adatto per ritoccare la Costituzione partendo dalle radici del governo nazionale.
La venerazione delle armi è fortemente trasversale negli Stati Uniti, tant’è che nemmeno le amministrazioni sono mai state capaci di fare qualcosa a proposito. Il punto debole statunitense riguarda principalmente la zona meridionale. Per i cittadini del sud il culto della frontiera è ancora troppo presente.
Le industrie delle armi governano il mondo. Alimentano le guerre e l’odio facendo piazza pulita di innocenti e bambini. Il fatto che neanche un presidente degli Stati Uniti abbia potere in tal senso fa pensare.
Fonte foto Instagram – phoenixgunco.llc
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