Sparatoria a Noto a colpi di fucile e calibro 9: si costituisce Umberto D’Amico

Sparatoria a Noto a colpi di fucile e calibro 9: si costituisce Umberto D’Amico

NOTO – Grande paura a Noto, in provincia di Siracusa, dove un uomo con un fucile ha sparato diversi colpi contro unabitazione la mattina del 9 gennaio. Nella stessa mattinata di quel giorno, i carabinieri, attraverso un accurato sopralluogo, hanno ricostruito l’evento accertando che almeno due persone si erano affrontate tra via Cherubini e Ronco Paisiello di Noto, scambiandosi colpi d’arma da fuoco.

La ricostruzione

Attraverso la visione dei sistemi di videosorveglianza presenti in zona, i carabinieri hanno appurato che alle ore 8,25 un’auto con a bordo due uomini è arrivata nei pressi di un’abitazione di Ronco Paisiello, dove risiede una famiglia appartenente alla comunità dei “Caminanti“, e che il passeggero ha sporto dall’abitacolo un fucile a doppia canna sparando due colpi in direzione della casa.

Dopo i primi due colpi, il tiratore ha ricaricato il fucile esplodendone altri due nella stessa direzione, mentre dalla parte opposta gli “avversari“, al momento non identificati, hanno cominciato a rispondere al fuoco con una pistola calibro 9, i cui colpi però, come successivamente appurato, non sono andati a segno ma hanno colpito la finestra della vicina abitazione di una donna 60enne innocente, forandone i vetri delle finestre della camera da letto e della camera da pranzo. Solo per caso fortuito la donna, presente in casa, non ha subìto gravi conseguenze.

Dopo lo scambio degli spari, i due uomini a bordo dell’auto si sono dati alla fuga ad alta velocità verso il centro di Noto. Nonostante la reticenza dei “Caminanti” nel collaborare con le forze dell’ordine, i carabinieri sono riusciti a identificare con certezza l’uomo armato di fucile nella figura di Umberto DAmico, di 48 anni, di Noto, appartenente a quella comunità e che, sentitosi braccato dai militari, si era dato subito alla macchia facendo perdere le sue tracce.

Nella serata dell’11 gennaio il Comando Provinciale di Siracusa ha disposto un servizio di controllo straordinario del territorio, impegnando un corposo dispositivo di uomini e mezzi provenienti dalle compagnie di Noto, Augusta e Siracusa, supportati da uomini della compagnia di intervento operativo del 12° RGT Sicilia e con il supporto dall’alto di un elicottero del 12° Nucleo Elicotteri di Catania.

L’imponente dispositivo ha permesso oltre 41 perquisizioni domiciliari e personali, indirizzate in massima parte tra le lussuose abitazioni degli appartenenti alla comunità dei “Caminanti”, oltre al controllo, tra le vie cittadine, di 160 persone a bordo di 96 autoveicoli, il tutto alla ricerca di armi clandestine e del soggetto indiziato del delitto. Nella tarda serata, messo alle strette dal massiccio intervento dei carabinieri, Umberto D’Amico si è consegnato spontaneamente ai carabinieri di Noto, accompagnato dal legale di fiducia e, al termine dell’interrogatorio, è stato dichiarato in stato di fermo di Polizia giudiziaria per i reati di tentato omicidio in concorso continuato, porto abusivo di armi, minacce, danneggiamento.

Su disposizione del sostituto procuratore della Repubblica Stefano Priolo, l’uomo è stato portato nel carcere Cavadonna di Siracusa dove rimarrà a disposizione dell’autorità giudiziaria. Le indagini dei carabinieri sono ancora in corso ma si fa strada una prima ipotesi investigativa che pare individuare il movente in presunte maldicenze su alcune donne della comunità.

I carabinieri del Nucleo Operativo di Noto stanno verificando varie ipotesi investigative, senza tralasciare eventuali legami tra la sparatoria di sabato scorso e la sparatoria avvenuta il 29 settembre 2020 in via Rosselli a Noto tra due famiglie, sempre appartenenti alla comunità dei “Caminanti”. In quell’occasione, i militari riuscirono a individuare in pochi giorni i sei protagonisti della sparatoria, sottoposti a fermo per tentato omicidio, e scoprirono due delle pistole utilizzate dai contendenti. Anche in quel caso la prima pista investigativa che si fece strada fu la malsana tutela della reputazione di una delle parenti dei fermati.

Immagine di repertorio