SIRACUSA – Avete pianificato un viaggio in Sicilia ed esattamente a Siracusa e non sapete come ottimizzare al massimo il tempo a disposizione? Quello che dovete fare è mettervi comodi e seguire il nostro itinerario con annessa mappa del Parco Archeologico della Neapolis, un gioiello senza fine e senza tempo.
Il Parco Archeologico della Neapolis è una tappa obbligatoria se si vuole visitare Siracusa. Si tratta di un’area naturale molto vasta (tra le più ampie del Mediterraneo e una delle più importanti della Sicilia intera) che racchiude vari reperti archeologici appartenenti a più epoche storiche.
Attualmente sorge in quello che era l’antico quartiere di Siracusa in età greca e romana, Neapolis (=Città Nuova). Ecco a voi un itinerario ben strutturato… pronti a seguirlo?
Per raggiungere il Parco Archeologico in auto, si può usufruire del parcheggio gratuito in via Augusto o è possibile lasciare l’auto negli appositi stalli blu (a pagamento) in via Ettore Romagnoli o nel parcheggio (sempre a pagamento) in via Giuseppe Agnello.
Il parco apre alle 08,30, mentre per quanto riguarda gli orari di chiusura variano in base al periodo dell’anno prescelto, quindi si consiglia di verificarli sul sito ufficiale prima della partenza.
I biglietti per visitare il sito si possono acquistare tranquillamente in biglietteria all’ingresso principale del Parco Archeologico (vicino all’Anfiteatro Romano).
Sono previste diverse combinazioni di prezzo se si vuole acquistare il biglietto cumulativo del Parco con altri punti di interesse.
*Tempo stimato per visitare interamente il Parco Archeologico della Neapolis: 4 ore*
Prima tappa del nostro tour è l’Anfiteatro Romano, considerato una delle realizzazioni edilizie più rappresentative della prima età imperiale romana.
Il monumento è stato, per lo più, scavato nella roccia, sfruttando anche il pendio della balza rocciosa sul lato nord. Fu il duca di Serradifalco a riportarlo alla luce e l’Anfiteatro è lungo 140 metri e largo 119 metri.
Dispone di due ingressi e ci sono diverse scale e passaggi che conducano alla cavea e ad altri punti altrettanto belli e panoramici.
Quel che resta oggi dell’Ara di Ierone, nostra seconda tappa, è davvero solo il basamento ma è un punto di interesse di estremo rilievo.
Fu costruita tra il 308 e il 216 a.C. per volere del tiranno di Siracusa Jerone II per celebrare la sua potenza ed è stata dedicata a Zeus. Veniva usato, in origine, per il sacrificio rituale di 100 buoi.
Considerato uno dei simboli indiscussi di Siracusa, merita senz’altro attenzione il Teatro Greco, costruito nella sua prima fase nel V secolo a.C. e poi rifatto nel III secolo a.C. per poi essere ristrutturato in epoca romana. La cavea aveva un diametro di 138,60 metri e, in origine, aveva 67 ordini di gradini divisi in 9 settori dalle scalinate.
Ancora oggi qui si portano in scena alcune rappresentazioni classiche di tragedie e commedie greche per far rivivere la cultura (e la storia) dell’epoca.
Nel 2014 l’Assessorato Regionale ai Beni Culturali ha autorizzato che il Teatro venga utilizzato per spettacoli di musica, lirica e danza.
Il nostro tour si conclude con il celebre Orecchio di Dioniso, collocato proprio sotto il Teatro Greco nelle cosiddette Latomie del Paradiso.
Il Caravaggio diede questo nome perché la forma di questa grotta artificiale gli ricordava proprio quella di un padiglione auricolare.
L’altezza complessiva è di 20 metri vicino l’ingresso, mentre all’interno 35 metri. La larghezza va da 5 a 11 metri ed è profonda 65 metri.
Il suo andamento a S, derivante da un antico acquedotto che passava nella parte superiore della grotta, rende il punto di interesse luogo di amplificazione acustica dei suoni fino a 16 volte.
A questo luogo è legata anche la storia del tiranno Dionisio I di Siracusa che, secondo la tradizione, fece scavare la cavità per rinchiudervi i prigionieri e, dalla parte superiore, ascoltava i loro discorsi. Rimane, comunque, il dubbio sul suo originario utilizzo.
Nella stessa area delle Latomie del Paradiso si trovano altre grotte che facevano parte della cava: stiamo parlando della Grotta dei Cordari e della Grotta del Salnitro. La prima è chiamata così perché proprio i “Cordari” vi realizzavano delle corde, la seconda deve il nome al Sanitro e al suo colore. Vi consigliamo di attenzionarle perché meritano una visita, anche se potete ammirarle solo all’esterno.
Dunque, non vi resta che fare le valigie e partire alla volta di questo incantevole itinerario di Siracusa al Parco Archeologico della Neapolis. Siamo sicuri che rimarrete assolutamente senza parole!
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