La Sicilia tra cultura, storia e natura: Ortigia, un’infinità di meraviglie in meno di un chilometro quadrato – FOTO

La Sicilia tra cultura, storia e natura: Ortigia, un’infinità di meraviglie in meno di un chilometro quadrato – FOTO

SIRACUSA – Un’isola in città, come quella di Margherita a Budapest. Ma questa volta siamo in Sicilia, tra le meraviglie della costa del mar Ionio. Ortigia, l’isoletta collegata alla città di Siracusa dal Ponte Umbertino e dal Ponte di S. Lucia, è uno dei tesori del Mediterraneo.

Il suo nome deriva dal greco e significa “quaglia”, la sua estensione è inferiore al chilometro quadrato, ma possiede un patrimonio artistico-culturale da fare invidia a interi Paesi.

L’isola di origini greche, abitata già nell’età del Bronzo, è una vera e propria “chicca” per i turisti, ma anche per i siciliani stessi. È in grado di accontentare, infatti, chi ama la movida, ma anche chi ama il patrimonio artistico-culturale o chi cerca serenità e relax.

Barocco, liberty, rococò e arte classica si mescolano a paesaggi mozzafiato. Le piccole vie “in bianco”, che hanno visto muovere i passi di greci, romani, aragonesi e arabi, sono ricche di palazzi antichi straordinari, come Palazzo Francica NavaPalazzo Chiaramonte, Palazzo Abela, Palazzo Bongiovanni, Palazzo Impellizzeri.

Le spiagge di scogli o ciottoli, spesso attrezzate con piattaforme in legno, sono bagnate dalle acque limpide che rinfrescano anche durante le calde temperature delle estati mediterranee. Un grande spettacolo, poi, è offerto dal tramonto.

Sul lungomare, dove si affacciano i tanti locali, alba e tramonto vedono un tripudio di colori pastello specchiarsi sul mare. L’orizzonte lontano fa da sfondo alle barche che, come nei dipinti, spiegano le loro vele.

I migliori scorci per assistere al sorgere e al tramontar del sole sono il Molo di Levante, Forte Vigliena, il Castello di Maniace e la zona di Porta Marina.

Sul lungomare d’Ortigia, prima di arrivare alla punta a sud dell’isola, si trova la Chiesa dello Spirito Santo, costruita nel XIV secolo, ma rasa al suolo dal terremoto nel 1542 e nel 1693. Ricostruita in stile barocco, ospita un pregiato organo a canne, nonché gli affreschi di Ermenegildo Martorana.

Nella parte più antica, poi, è possibile apprezzare Fonte Aretusa, dove pesci e papere nuotano attorno al papireto (uno dei due d’Europa, assieme a quello di Fiumefreddo), nell’acqua dolce della falda freatica che bagna anche il fiume Ciane, sul lato opposto della città, dove si trova un’oasi naturale, e le saline.

Il piccolo Museo del papiro, nei pressi del Museo del cinema, ripercorre la storia di questa importante risorsa che ha contribuito alla diffusione della scrittura e alla comunicazione.

Menzionata persino in una poesia di Quasimodo, Fonte Aretusa porta con sé la magia della leggenda di ninfa Aretusa. La mitologia narra che questa sia stata trasformata dagli dèi in una fonte d’acqua dolce, per fuggire dalla pressante corte dell’uomo che si era invaghito di lei.

Il Duomo, costruito nel 480 a.C. in onore della dea Atena, dea della Sapienza, successivamente divenne una basilica cristiana. La Chiesa di Santa Lucia alla Badia fu distrutta dal terremoto del 1693 e, poi, ricostruita in stile barocco. Dedicata alla patrona della città, oggi ospita anche un quadro di Caravaggio. Sotto il duomo c’è un percorso sotterraneo che arriva fino alle mura della Marina.

A sud dell’isola si può visitare il Castello di Maniace, costruito nel XIII secolo in stile gotico svevo. Il suo nome è dovuto a Giorgio Maniace, il generale bizantino che liberò la città dalla presenza degli arabi nel 1038. Fino al secolo scorso il castello aveva una funzione difensiva, adesso ospita anche eventi internazionali, come il G8 ambiente nel 2009.

A nord di Ortigia si può ammirare il Tempio di Apollo, davanti a piazza Pancali, nei pressi di Porta Urbica, dove si trovano i resti della mura dionigiane. Costruito nel VI sec a.C., fu scoperto da Paolo Orsi nel 1938. Il tempio dorico più antico della Sicilia rappresentava uno dei principali luoghi sacri per i greci siciliani.

Piazza Archimede ospita la bellissima Fontana di Diana, costruita in stile liberty da Giulio Moschetti in tempi più recenti, nel 1906. Dedicata alla dea della caccia, protettrice di Ortigia in epoca greca, la fontana è rivolta a sud e raffigura anche Aretusa, nel momento della trasformazione in fonte.

Gli appassionati di dipinti e reperti storici non possono perdere il Museo Nazionale di Palazzo Bellomo. Qui sono conservati anche i sarcofagi di Giovanni Cabatista e Giovanni Cardenas, nonché argenti sacri, reperti medievali e importanti opere pittoriche, come l’ ‘Annunciazione’ di Antonello da Messina.

Il palazzo, costruito tra il XIII e il XIV secolo, mischia elementi del gotico svevo con elementi quattrocenteschi. È stato restaurato in seguito ai bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Negli ultimi anni il museo ha aperto un’altra sezione per l’arte contemporanea: S.Agostino Contemporanea.

Per accontentare gli amanti del mare e i più piccini, c’è anche il Museo del mare. A molti sconosciuto, è l’unico museo del Mediterraneo meridionale che mostra tutta la filiera della carpenteria navale. Nell’intento di preservare e diffondere la tradizione marinara siracusana, custodisce diversi modelli di navi, come i caratteristici calafatari, nonché gli attrezzi per la marineria.

Ad attirare i turisti più attenti alle tradizioni c’è il Museo dei pupi siciliani, dove si può assistere a diversi teatrini e ammirare l’artigianato del settore. Qui, nel quartiere ebraico della Giudecca, si può ammirare la Chiesa di San Filippo Apostolo, in cui si trova ancora il pozzo per gli antichi riti di purificazione ebraici.

Per gli amanti delle scienze, invece, c’è il Museo Leonardo da Vinci e Archimede, nell’ex Convento del Ritiro in via Mirabella, che offre pure un percorso interattivo alla scoperta delle grandi invenzioni.

Fotogallery di Andrea Campo

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