SIRACUSA – Grandi passi da gigante. Tutti all’indietro. 60 giorni senza rilevamenti nella stazione di monitoraggio di via Bixio, con la stessa centralina sradicata dal proprio sito e mai reinstallata; 43 giorni senza il dato delle polveri sottili in via Acquedotto; e qua e là ciclicamente degli “Nd” al posto dei dati anche nella altre due stazioni, a causa di un contratto di manutenzione sempre in scadenza e sempre precario. È incredibile quello che sta accadendo al sistema di monitoraggio ambientale di Siracusa, proprio nell’anno che doveva essere di riscatto.
“Area a rischio” per definizione, al decimo anno fuorilegge per sforamenti dei valori di pm10 in città, con un’escalation di fenomeni di “molestie olfattive” di natura industriale che hanno portato alla necessità conclamata (sottoscritta da tavoli prefettizi e sollecitata da inchieste della Procura) di un monitoraggio più sofisticato, di legislazioni adeguate e azioni di contrasto a tutela dei cittadini, eppure il 2015 anziché l’anno dei miglioramenti si sta per chiudere come l’anno terribile del monitoraggio ambientale.
L’ultima défaillance, in ordine cronologico, è quella che sta coinvolgendo Comune ed ex Provincia sullo “sfratto” della centralina di via Bixio, tra le più importanti per il rilevamento delle polveri sottili. Come l’intera rete, appartiene alla ex Provincia regionale ma era installata in un’area comunale (cortile ex Sala Randone). A causa di lavori che stanno riguardando il futuro Urban center del Comune, la centralina a metà settembre è stata sfrattata. La ex Provincia ha dovuto toglierla e finora non l’ha ricollocata. I due enti più l’Arpa già da 10 giorni hanno individuato l’area davanti al Pantheon come nuovo sito, ma fattori burocratici stanno complicando tutto. Prima la richiesta all’ufficio Urbanistica del Comune, ora spunta un’altra difficoltà: “Serve il parere della Soprintendenza”. Lo ha affermato il dirigente dell’ufficio Urbanistica, Emanuele Fortunato. Ma nessuno lo ha ancora chiesto, questo parere. E poi servirebbe anche un passaggio al consiglio di Quartiere. Dunque tempi lunghi.
Il punto è che al funzionamento di questa centralina è legata la validità dell’intero monitoraggio. Le centraline, infatti, non sono messe a caso. La loro collocazione risponde a criteri definiti dal dl 155, testo unico ambientale, e ripresi dal piano comunale firmato nel 2005. Sono importanti: la prossimità al traffico veicolare, alle attività antropiche, alle aree industriali. L’equilibrio di questi criteri determina la validità del controllo “in continuo”. Il piano d’intervento comunale anti-pm10, per esempio, prevede azioni di contrasto (blocco auto) nel caso in cui due centraline su 4 registrino contemporaneamente sforamenti dei valori limite, per 6 e per 9 giorni consecutivi. I criteri stabiliti dalla legge per questo tipo di controllo, quindi, negli ultimi 60 giorni sono venuti meno.
Massimiliano Torneo
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