Sequestro impianti industriali nel Siracusano e cattiva qualità dell’aria, Morreale: “Qui la gente continua a morire”

SIRACUSA – Il recente sequestro preventivo degli stabilimenti industriali di Versalis spa e Sasol spa e dei depuratori Tas e Ias tra i Comuni di Priolo Gargallo, Augusta e Melilli, nel Siracusano, ha fatto riemergere la questione riguardante il bassissimo livello di salubrità dell’aria nella zona dell’intero polo petrolchimico siracusano.

Un problema del quale ci siamo occupati già tempo fa e che ancora persiste, in virtù soprattutto della grande quantità di veleni e cattivi odori che vengono emessi nell’atmosfera da queste sostanze e, in particolar modo in questo caso, della mancata utilizzazione delle migliori tecniche disponibili da parte di chi gestisce gli stabilimenti.

Le conseguenze di ciò le paga soprattutto la popolazione residente nei Comuni che compongono l’area ad alto rischio industriale. Nelle ore notturne e in quelle del primo mattino infatti queste persone sono costrette a respirare questi veleni e negli anni si sono registrati decessi a causa di cancro o tumore.

Le associazioni ambientaliste fanno sempre sentire la loro voce in merito alla problematica. Fabio Morreale, presidente di Natura Sicula, sottolinea come i diritti della popolazione siano importanti e come ancora non si sia fatto nulla per rendere l’aria della zona respirabile. Tutto questo oscura anche l’eventuale ritorno economico che le industrie potrebbero portare.

“Chi ha responsabilità deve pagare – afferma Morreale –, non è possibile che gli abitanti vengono trattati come se non avessero alcun diritto, neanche quello di respirare aria pulita. Non è cambiato nulla e la gente continua a morire e ad ammalarsi di tumore. A noi continuano ad arrivare segnalazioni di gente alla quale bruciano gli occhi o la gola a causa dell’emissione di idrogeno solforato, un composto che provoca questi sintomi e che deriva dal trattamento delle acque durante la depurazione e dalla raffinazione del petrolio a opera degli impianti posti sotto sequestro. Le parole di chi li gestisce si scontrano con i fatti e il sequestro della Procura è indicativo di ciò. Dopo averci tolto 20 chilometri di costa da Augusta a Siracusa nord, ci stanno togliendo anche l’aria. Il beneficio economico è irrisorio rispetto alla pessima qualità della vita che queste industrie nate negli anni ’50 hanno generato e la gente è influenzata dal ricatto occupazionale. Noi vogliamo che la Procura pretenda entro un anno l’adeguamento alle prescrizioni per ridurre le diffusioni di composti organici solforati e che le indagini vengano fatte anche per gli anni successivi al periodo in esame. I vertici delle industrie devono rispondere anche in termini civili e penali e ho fiducia nel lavoro della magistratura”.