Ricerche giacimenti di idrocarburi nel Val di Noto: associazioni ambientaliste e M5S si oppongono

Ricerche giacimenti di idrocarburi nel Val di Noto: associazioni ambientaliste e M5S si oppongono

NOTO – Un’altra zona della Sicilia conosciuta per le sue ricchezze naturalistiche e ambientali, e per questo motivo sottoposta agli opportuni vincoli, rischia di essere soffocata da ricerche chimiche per interessi dei petrolieri.

Stiamo parlando del Val di Noto, una vasta area di circa 660 chilometri quadri compresa tra le province di Catania, Siracusa e Ragusa, ma con il suo baricentro a Noto, nel Siracusano, per la quale l’assessorato al Territorio e all’Ambiente della Regione Siciliana, con decreto legislativo 304/gab dello scorso 5 luglio, ha autorizzato lo svolgimento di ricerche di giacimenti di idrocarburi da parte della società americana Panther Oil.

Questo progetto, denominato Fiume Tellaro, non è andato giù alle associazioni ambientaliste, che non hanno perso occasione per far sentire la loro voce, data la presenza nella zona di diversi siti protetti da vincolo ambientale, ma non solo. La zona del Siracusano, come ben sappiamo, è nota per la presenza di impianti industriali, che emanano sostanze odorigene pericolose, e c’è quindi il terrore che con il tempo ne possano nascere altri.

Corrado Bianca, segretario regionale Ente Fauna Siciliana, sottolinea in primis come questo progetto sia stato proposto per la prima volta quindici anni fa, ma anche come nella zona si stia lavorando per istituire il Parco degli Iblei.

“La stessa società – afferma Bianca –, che adesso si presenta con un altro nome, aveva fatto lo stesso tipo di richiesta nel 2004, più o meno per le stesse aree, ma noi, attraverso ricorsi al Tar, manifestazioni di piazza e cortei nelle zone interessate, eravamo riusciti a farla bloccare. Adesso la richiesta è stata nuovamente fatta e l’assessorato regionale al Territorio e all’Ambiente, dopo alcune valutazioni, ha fatto un decreto che autorizza queste indagini sulla presenza di giacimenti di idrocarburi. Nell’area ci sono diversi siti di pregio naturalistico, come il Bosco di Santo Pietro, l’alto corso del fiume Irminio, il torrente Prainito, Cava Piraro, Cava Carosello, Cava Palombieri e il fiume Tellesimo. Parliamo di una zona che ricade nell’istituendo Parco Nazionale degli Iblei. Un paradosso in quanto si danno autorizzazioni per ricerche in questa zona e quindi non si capisce cosa si vuole fare. Un controsenso ancora più assurdo se si pensa che la zona ha una naturalità e una vocazione turistica, che diventano ancora più marcate dopo quindici anni”.

Il danno diventerebbe ancora maggiore se le indagini dovessero dare esito positivo, perché gli interessi dei petrolieri a quel punto avrebbero il sopravvento. Per far questo le iniziative e i ricorsi non mancheranno.

“I colossi petroliferi – conclude Bianca – a quel punto non li fermerà nessuno e le ricerche vanno bloccate ora, anche perché i cittadini devono essere partecipi del destino del territorio. Ci dobbiamo mettere in marcia subito per bloccare questo non sviluppo. Non abbiamo ancora avuto modo di confrontarci direttamente con l’assessore, Totò Cordaro, ma noi faremo i documenti per far conoscere la nostra posizione e per fare entro 60 giorni il ricorso al Tar per bloccare le ricerche e poi per ridiscutere la problematica. Noi dobbiamo vigilare sulla salvaguardia del territorio sempre, perché i politici e gli speculatori lanciano questi attacchi al territorio nei momenti in cui l’attenzione diminuisce. Magari le prescrizioni verranno rispettate, ma quando gli interessi sono alti il gioco si fa sempre più duro. Anche la scelta del nome, Fiume Tellaro, è altisonante perché va a finire nella riserva di Vendicari”.

Proprio ieri, durante un’interrogazione all’Ars, Assemblea Regionale Siciliana, la deputata regionale del Movimento 5 Stelle, Stefania Campo, si è opposta al progetto in quanto contrastante con il Piano paesaggistico regionale.

Si ringrazia Corrado Bianca per l’immagine in evidenza