Palazzolo Acreide e l’ombra dei tumori: nasce il Comitato “Un fiore per la vita”

Palazzolo Acreide e l’ombra dei tumori: nasce il Comitato “Un fiore per la vita”

PALAZZOLO ACREIDE – A Palazzolo Acreide, nel cuore degli Iblei, c’è chi ha deciso che restare in silenzio non è più un’opzione.

Nasce così il “Comitato per la Vita“, un’iniziativa partita da due cittadini, Barbara Giangravè e Vincenzo Perez, che chiedono attenzione su un tema che da anni si fa largo, sottotraccia, nei racconti e nelle preoccupazioni di molte famiglie: l’aumento dei casi di tumori nel territorio.

Il “Comitato per la Vita”: numeri, volti e silenzi che fanno rumore

In un piccolo comune che vive di agricoltura e allevamento, dove il paesaggio è un inno alla natura e alla lentezza, qualcosa – infatti – stona. Si insinua, silenzioso, nei racconti e ricordi ancora freschi di chi resta, nelle lacrime di chi ha perso un familiare, un amico, un vicino, nelle statistiche non ufficiali che si contano famiglia dopo famiglia.

Dietro ogni numero c’è un nome. Dietro ogni nome, una storia, una voce, un volto che si è spento troppo presto. E dietro quel silenzio, a Palazzolo Acreide, si sta alzando finalmente un grido.

Non è un’impressione passeggera, né un dato letto sui libri. È la paura che serpeggia nei racconti sussurrati, la stessa che ora ha deciso di prendere forma e parola. C’è, infatti, chi ha deciso di non aspettare più.

La nascita del “Comitato per la Vita”: l’intervista

Il “Comitato per la Vita“, promosso da cittadini stanchi di contare i decessi senza sapere perché, da chi vuole risposte e prova a ottenerle con i mezzi della partecipazione civica, diventa una scelta consapevole di provare a trasformare il dolore in impegno.

Dietro questa iniziativa – figlia di anni di sofferenza condivisa, di sospetti taciuti e di lacrime versate nel chiuso delle case – ci sono Barbara Giangravè e Vincenzo Perez, ma soprattutto tutte le vittime di una lunga scia di tumori che nessuno ha mai davvero spiegato e attenzionato.

Ai microfoni di NewSicilia, sono intervenuti proprio loro per illustrarci tutto nel dettaglio. E ciò che emerge è un grido composto, ma potente: non si può più tacere. Le loro parole sono quelle che, in silenzio, molti pensano da anni.

Dal post all’appello social

Tutto è cominciato da un post pubblicato ad aprile su “La Finestra su Palazzolo”, pagina Facebook gestita da Vincenzo, che in pochi giorni ha raccolto adesioni, testimonianze, richieste di aiuto. Un sussulto collettivo, come dire: “Non siamo soli. E non possiamo più tacere“.

Poi il 5 maggio hanno lanciato un appello per fondare ufficialmente il Comitato: qui il link.

Perché il dolore, a Palazzolo, ha un nome ricorrente. Troppi casi, in un paese che vive ancora di terra, di animali, di fatica onesta.

L’aumento esponenziale dei casi

La sensazione che i tumori siano aumentati – dunque – non è più solo una percezione personale.

Riteniamo che l’impennata di casi sia eccessiva per un paese che vive ancora di agricoltura e allevamento. Purtroppo, la situazione ha cominciato a manifestarsi nei primi anni del Duemila ma, a fronte di reiterate richieste di accesso agli atti rivolte all’Asp di Siracusa, quest’ultima non ha mai comunicato i dati richiesti: i numeri dei codici 048, quelli che indicano i malati oncologici, per ogni Comune della provincia“, spiega Barbara. 

Ma la gente lo sa. Lo sente. Lo vive ogni giorno.

Risposte, non clamore

Il “Comitato per la Vita” non vuole sostituirsi a nessuno. Ma vuole sapere. Vuole dati, risposte, trasparenza. Oggi chiede verità. E lancia un appello che è una carezza e un pugno insieme.

Il tutto è diretto ai cittadini, ai medici, agli agricoltori, agli amministratori. A chiunque ami Palazzolo Acreide e voglia vederla rinascere. Chiunque voglia capire. Chiunque abbia voglia di lottare.

Noi ci rivolgiamo a tutti in generale e a nessuno in particolare. Chiunque abbia a cuore Palazzolo Acreide e voglia vederci chiaro su questa faccenda, sarà il benvenuto. Prendiamo atto, invece, delle dichiarazioni di chiunque continui a sostenere che si tratta solo di allarmismo. E andiamo avanti“, afferma.

E ancora: “Se i nostri sospetti relativi a presunti intombamenti di rifiuti tossici nelle campagne intorno al paese si rivelassero fondati, qui dovrebbero cominciare delle bonifiche. Sappiamo che non sarà facile, ma abbiamo ugualmente il dovere di provarci“.

Le “obiezioni”

Un percorso, dunque, assolutamente nobile, ma purtroppo non esente da critiche.

Ci sono state mosse delle obiezioni relative a quanto stiamo costruendo. Siamo stati tacciati di essere allarmisti (solo per usare uno dei termini meno ‘forti’ che ci sono stati rivolti). Ciò nonostante, che lo si creda oppure no, noi siamo i primi a sperare che intorno a questo paese non sia stato intombato proprio niente. Siamo i primi, insomma, a sperare che i fatti ci smentiscano“, dichiara.

Non è un’accusa. Non è allarmismo. È una speranza che urla. È il desiderio che tutto sia solo un incubo da cui svegliarsi. Ma intanto il Comitato non aspetta, ma non cerca clamore, solo risposte. Non basta sperare che vada tutto bene.

Come partecipare e cosa fare

Occorre che il post con l’appello venga condiviso, che il logo del Comitato diventi un simbolo, un segno visibile di partecipazione.

I cittadini sono stati chiamati a raccolta tramite questo post. Abbiamo bisogno che questo diventi virale e che, di conseguenza, venga condiviso pubblicamente sui social ma, soprattutto, che si scriva all’indirizzo e-mail (comitatoperlavitapalazzolo@gmail.com) e al numero di telefono (338.8657337) contenuti proprio all’interno del sopra citato post“, spiega Barbara.

Inoltre, “chiunque lo desideri, può usare il logo del Comitato come immagine dei propri account social e WhatsApp. Oltre a ciò, infatti, vorremmo che diventi virale quanto stiamo facendo a Palazzolo Acreide, nella speranza che vengano costituiti altri Comitati negli altri Comuni della provincia di Siracusa“. 

Si richiede solo una cosa: che ci si metta il cuore. Non importa l’età, la professione, il titolo di studio. Questa è una battaglia di dignità umana.

Una voce collettiva

La speranza è che il Comitato sia l’inizio di un impegno costante da parte della società civile palazzolese che, finora, non si è manifestato. “Abbiamo bisogno di immaginare Palazzolo Acreide diverso da com’è adesso anche prima di cinque anni“, afferma Barbara.

Oggi, più che mai, serve una voce collettiva. Non un comitato chiuso in sé stesso, ma una rete. Per questo Barbara e Vincenzo invitano tutti a scrivere, a condividere, ad attivarsi.

La richiesta ai parlamentari

Tra l’altro, sono stati interpellati anche due parlamentari – la deputata Giovanna Iacono e il senatore Antonio Nicita – per ottenere finalmente i numeri ufficiali

Grazie al loro intervento nei confronti dell’Asp di Siracusa, abbiamo chiesto di conoscere i famigerati numeri dei codici 048 presenti in ogni Comune della provincia di Siracusa. Dati alla mano, decideremo tutti insieme che cos’altro fare. Nonostante ci sia già qualcosa che bolle in pentola per affrontare il problema anche in un contesto pubblico. Che vada oltre le riunioni del nascituro Comitato, intendo“, dichiara.

Un “fiore” per ogni vita spezzata

Il “Comitato per la Vita” è, prima di tutto, un atto di amore. Questa “battaglia” non nasce da rabbia, ma da un senso di protezione verso tutti.

Per chi non c’è più. Per chi c’è ancora. E per chi verrà. Tutto è nato da un lutto, da una morte improvvisa di un uomo stroncato in sei mesi da un tumore al pancreas. Da lì Vincenzo e Barbara hanno cominciato a mettere insieme i pezzi.

Ci siamo detti che avremmo dovuto fare qualcosa alla fine dell’anno scorso quando abbiamo partecipato, insieme, al funerale di un Palazzolese. Con il tempo, abbiamo maturato quest’intenzione e ci siamo confrontati su quanto avvenuto a partire dal 2008 (anno in cui io, che vivevo a Palermo, venni a conoscenza del fenomeno a Palazzolo Acreide) e dal 2009 (anno in cui Vincenzo arrivò a Palazzolo), fino ai giorni nostri“, racconta ai nostri microfoni Barbara.

Tra i morti non ci sono solo uomini e donne adulti, ma anche ragazzi e ragazze, bambini e bambine. Qualsiasi vita, a prescindere dall’età della persona, è sacra e non può essere recisa come lo stelo di un fiore. Ed ecco perché lo slogan Un fiore per la vita, prosegue.

Contro la rassegnazione, una speranza che lotta

Ogni vita è un dono e quando viene spezzata così, sotto un peso che non dovrebbe esserci, non basta piangere. Bisogna agire. E nessuno, mai, dovrebbe essere lasciato solo di fronte a questo dolore. Ogni persona conta, ogni voce può fare la differenza.

In un tempo in cui la rassegnazione sembra la norma, Palazzolo alza la testa e prova a rispondere con la forza mite di chi non vuole più dire: “Non lo sapevamo”.