PACHINO – Si oppongono alla richiesta di archiviazione del processo che dovrebbe far luce sulla morte di Vincenzo Cancemi, 42enne tecnico riparatore, trovato morto il 28 aprile scorso nella casa di campagna dei genitori, in contrada Lettiera, tra Marzamemi e Pachino, nel Siracusano.
A ritrovarlo privo di vita sarebbe stata la fidanzata che avrebbe allertato i sanitari del 118 dichiarando di aver trovato Vincenzo impiccato a un albero.
Uomo trovato morto nelle serre di Pachino
Ieri il G.I.P. del Tribunale di Siracusa, Andrea Migneco, si è riservato sulla decisione dell’opposizione alla richiesta di archiviazione della Procura.
I familiari, sin dal primo istante, hanno ribadito – protestando più volte, anche davanti al Palazzo di Giustizia aretuseo – e gridato a gran voce, che Vincenzo non si è ucciso. Ogni dettaglio, a detta di chi lo conosceva, è poco nitido.
Il corpo del 42enne pachinese si trova, dal giorno del decesso, nella camera mortuaria del cimitero di Pachino. La Procura ha deciso di non proseguire con l’autopsia.
A parlare, in difesa della famiglia Cancemi, è stata l’Avvocato Nunzia Barzan. No all’archiviazione del caso e Sì alla prosecuzione delle indagini contro ignoti.
Dubbi sul video che la vittima avrebbe inviato alla fidanzata poco prima del decesso. Le immagini sarebbero state registrate dal cellulare in uso a Vincenzo nel momento in cui si è impiccato. Nel video, però, non si vede che sale sulla sedia e si lascia cadere.
Inoltre, Vincenzo al momento del ritrovamento presentava una ferita alla testa ed era senza una scarpa.
I familiari, da mesi, chiedono l’esame autoptico. Secondo chi lo conosceva, il 42enne non aveva intenti suicidari.
In foto la vittima