Omicidio di Eligia, rete antiviolenza parte civile nel processo contro il marito

Omicidio di Eligia, rete antiviolenza parte civile nel processo contro il marito

SIRACUSA – Femminicidi, una piaga sempre aperta, In Sicilia come in tante altre parti della nostra penisola. Il problema purtroppo non smette di transitare sulle pagine dei giornali e nei notiziari di televisioni e radio. La triste storia di Eligia, l’infermiera di Siracusa assassinata dal marito, ha riacceso i riflettori. E questa vicenda dà lo spunto alla Rete Centri Antiviolenza di Raffaella Mauceri e al Coordinamento Donne Siciliane di riproporre riflessioni e sensazioni. Da queste due associazioni in difesa delle donne abbiamo ricevuto una nota congiunta in cui precisano innanzitutto di essersi costituite parti civili nel processo per l’omicidio di Eligia. E poi danno vigore alla problematica con riflessioni che pubblichiamo integralmente.

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Per ogni donna violata e offesa, siamo tutte parte lesa. Era questo, negli anni ’70, lo slogan con il quale le femministe esprimevano la solidarietà femminile. La chiamarono poeticamente “sorellanza” affinché si sapesse che non esisteva soltanto la fratellanza e affinché fosse chiaro e manifesto lo spirito di appartenenza di genere che lega le une alle altre le donne di tutto il mondo. Giacché uguali sono i soprusi che subiscono, uguale il dolore, uguale il diritto di ribellarsi. E fu così che nacquero, dal femminismo, i centri antiviolenza, spazi gestiti esclusivamente dalle donne per le donne, luoghi dove si praticano i valori mutuati in linea femminile, primo fra tutti il diritto alla vita che molte donne perdono per mano degli uomini che dicevano di amarle. Diciotto nella provincia di Siracusa, un primato siciliano che preferivamo non avere. Una vergogna di troppo che ci ha spinto, noi volontarie della Rete a dedicare una targa alle vittime di femminicidio. Eligia Ardita, la giovane infermiera siracusana assassinata dal marito, incarnava il miracolo della procreazione perché custodiva dentro di sé una bimba che di lì a poco avrebbe visto la luce. Eligia incarnava “la dea doppia” era due creature femminili in un corpo solo… entrambe barbaramente uccise. Noi donne, noi volontarie della Rete antiviolenza di Siracusa e del nostro grande Coordinamento siciliano, siamo profondamente offese da questo mostruoso delitto perché si è compiuto anche nei nostri cuori e in tutto il genere femminile. E pertanto ci costituiamo parte civile mettendo in campo due avvocate del nostro Ufficio Legale: l’avvocata Loredana Battaglia per la nostra Rete siracusana e l’avvocata Pilar Castiglia per il nostro Coordinamento regionale. Eligia e la sua Giulia non sono state e non saranno sole: un cerchio di donne le circondano come amiche, come madri, come sorelle. Per lei e per la prima volta in Sicilia un Coordinamento di 26 associazioni sparse su tutta la regione, si costituiscono parte civile in favore di una vittima di femminicidio”.