Noto, assolta la madre accusata di non aver difeso la figlia dagli abusi del compagno

Noto, assolta la madre accusata di non aver difeso la figlia dagli abusi del compagno

NOTO – Il fatto non sussiste“: è questa la sentenza pronunciata dalla Corte d’appello di Messina, su richiesta della Procura generale di Catania, nel processo di revisione a carico di una giovane madre di 26 anni, adesso assolta. La donna era stata condannata a sei anni di reclusione e alla perdita della potestà genitoriale. Questo per non aver protetto la figlia dagli abusi dell’allora compagno, un uomo di 47 anni.

Secondo i giudici, la donna non sarebbe intervenuta per paura di perdere la bambina e per timore di ritorsioni da parte dell’uomo, che per anni l’aveva picchiata e maltrattata con inaudita violenza.

Giovane madre assolta per non aver difeso la figlia dagli abusi del compagno

Stando alla ricostruzione del quotidiano La Sicilia, la vicenda nasce a Noto l’11 novembre del 2020. Quel giorno la donna, dopo l’ennesima aggressione, trovò il coraggio di fuggire da casa e di denunciare il compagno. Raggiunto il Pronto Soccorso con ferite al polso e alla schiena, raccontò una storia di minacce, insulti, percosse, privazioni, sequestro del cellulare e isolamento forzato dai propri familiari.

Le indagini che seguirono portarono alla luce un quadro ancora più inquietante: l’uomo aveva commesso ripetuti abusi sessuali sulla figlia in tenerissima età. Non era la prima volta, in passato aveva già abusato della figlia avuta da una precedente relazione, motivo per cui era stato condannato per pedofilia.

Aveva paura di perdere la figlioletta

La donna, pur essendo a conoscenza delle violenze, non aveva denunciato subito, paralizzata dalla paura di perdere la figlia e dalle continue minacce del compagno.

Nel processo che ne seguì, il tribunale di Siracusa condannò il 47enne a dieci anni e otto mesi di reclusione – in continuazione con la precedente condanna – e la madre a sei anni, oltre alla perdita della responsabilità genitoriale. La sentenza divenne irrevocabile il 14 novembre 2023.

Il lieto epilogo della giovane donna

Lo scorso 7 maggio, tuttavia, la Procura generale di Catania chiese la revisione del processo nei confronti della donna, riconoscendone la condizione di vittima e non di complice. La Corte d’appello di Messina accolse l’istanza e pronunciò la sentenza di proscioglimento “perché il fatto non sussiste”.

La 26enne è tornata in libertà e potrà finalmente riabbracciare sua figlia.

Fonte foto Ministero della Giustizia