Naufragio del Zaira, l’appello dell’Apmp: “Necessario istituire un fondo per le vittime e rivedere la normativa”

Naufragio del Zaira, l’appello dell’Apmp: “Necessario istituire un fondo per le vittime e rivedere la normativa”

SIRACUSA – Alfio Fabio Micalizzi, in qualità di presidente dell’Apmp (Associazione Pescatori Marittimi Professionali, sindacato di categoria autonomo costituito nel 1995), richiede allo Stato di intervenire, con il governo maltese, per provvedere al rimpatrio delle salme delle due vittime del naufragio che ha colpito il peschereccio siracusano Zaira, affondato in acque maltesi lo scorso 4 maggio, e all’accertamento di eventuali responsabilità civili e penali.

“Si chiede al presidente del Consiglio dei Ministri e al presidente della Regione Siciliana di voler valutare l’istanza già protocollata da diversi anni riguardante l’istituzione di un Fondo per le Vittime del mare, visto che purtroppo si verificano tragedie di questo genere che toccano numerose famiglie di pescatori professionali che vanno a lavorare con contratto alla parte, spesso rischiando la vita in mare, e portando a casa solo debiti e faticate enormi, visto che la retribuzione è legata al pescato il quale a sua volta è legato al ripopolamento ittico, alle politiche di ripopolamento ittico assenti e non incisive alla riproduzione ittica, al mancato intervento risolutivo del problema inquinamento ambientale, danni ambientali aggravati e continuati, direttive europee non adeguate al comparto pesca italiano che svolge un’attività diversa da quella del resto d’Europa dove ci sono grandi navi industria e/o di pesca oceanica a differenza della nostra che è semplicemente una vera e propria pesca artigianale che viene effettuate con piccole e medie barche da pesca spesso in legno e/o vetroresina, con sistema di pesca palangaro, conzi e lenze”, si legge nella richiesta.

Secondo quanto riportato da alcuni pescatori di Siracusa, la tragedia si sarebbe verificata per le pessime condizioni meteo marine: vista la situazione inadeguata al proseguimento del lavoro, il peschereccio era stato messo a riparo a Malta e non fatto rientrare a Siracusa per paura di beccare un’ulteriore verbale per sconfinamento ed eventuale blocco dell’attività”.

Micalizzi si sofferma anche su quest’ultimo punto, chiedendo un riesame di tutte le normative che prevedono “gravi sanzioni per gli armatori di pescherecci che spesso si trovano a sconfinare per motivi legati al lavoro, al pescato, alla sicurezza”. “È assurdo – spiega il presidente dell’Apmp – vedere come i pescatori maltesi possono girare in tutto il mare senza alcuna restrizione, mentre i nostri devono subire direttive europee fortemente penalizzanti. Poi assistiamo impotenti a una ‘distruzione programmata’ del comparto pesca al fine di agevolare l’importazione del pescato, perdendo quindi entro poco tempo il pesce fresco locale, che sarà pescato da altri nel nostro mare, cosicché i nostri cittadini utenti consumatori potranno solo comprare pesce africano, cinese, indiano, arabo ecc…”.

L’associazione di categoria chiede tali verifiche anche in difesa dei pescatori italiani e del pescato Made in Italy e come simbolo di aiuto e sostegno alle famiglie delle vittime dei naufragio del Zaira.

Immagine di repertorio