SIRACUSA – I finanzieri del Comando Provinciale di Siracusa hanno recentemente concluso un’indagine in materia di spesa pubblica, denunciando 24 soggetti che hanno indebitamente percepito il Reddito di Cittadinanza per oltre 200mila euro.
Il servizio nasce da una mirata attività informativa. Nel corso del monitoraggio è stata individuata una platea di soggetti che ha omesso di dichiarare situazioni soggettive, costituenti cause di esclusione dall’accesso alla particolare misura di sostegno. La concessione del beneficio quale misura di contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale è subordinata a una serie di requisiti reddituali, patrimoniali nonché di cosiddette compatibilità che i nuclei familiari devono possedere cumulativamente al momento della presentazione della domanda e per tutta la durata dell’erogazione del beneficio.
Tra i requisiti di compatibilità, il legislatore ha previsto anche l’assenza di uno stato di detenzione e, più in generale, di condanne definitive intervenute nei 10 anni precedenti di chi ne fa richiesta. Se a essere sottoposto a detenzione o condanna è invece un componente del nucleo familiare del richiedente, allora il sostegno economico è ridotto secondo parametri prefissati dalla norma. Partendo da tale presupposto, le Fiamme Gialle della compagnia di Siracusa, hanno avviato mirati controlli sulla posizione di circa 100 nuclei familiari residenti nella provincia aretusea, finalizzati alla verifica dei requisiti richiesti dalla specifica normativa.
Nel corso delle indagini sono stati smascherati 24 soggetti che hanno indebitamente percepito il Reddito di Cittadinanza in quanto:
Tra i detenuti, di cui 11 appartenenti a noti clan della provincia aretusea, risultano soggetti sottoposti a misura restrittiva per i reati di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione, associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, tentato omicidio e rapina. Tutte le posizioni illecite sono state segnalate alla Procura della Repubblica di Siracusa per aver fornito dichiarazioni false e omesso informazioni dovute in sede di richiesta del Reddito di cittadinanza e, contestualmente, all’INPS per la revoca e il recupero del beneficio economico in questione.
L’importo complessivo delle somme indebitamente elargite dall’INPS, di cui è stato chiesto il recupero, ammonta a oltre 200mila euro. Sarà interrotta, nel contempo, l’erogazione del sussidio che avrebbe altrimenti comportato, fino al termine del periodo di erogazione della misura, un’ulteriore perdita di risorse pubbliche di circa 135mila euro.
Il risultato conseguito, caratterizzato in questo periodo da una diffusa richiesta di sussidi pubblici, per sopperire alle difficoltà connesse alla pandemia, testimonia l’approccio multidisciplinare e trasversale dell’azione sviluppata nelle attività di servizio dalla Guardia di Finanza, che opera costantemente allo scopo di assicurare che le risorse apprestate dallo Stato siano effettivamente destinate alle fasce più deboli e bisognose della popolazione, e non siano invece preda di individui disonesti e irrispettosi delle leggi.
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