AUGUSTA – Ha dovuto rispondere dei presunti affari nell’ambito dell’inchiesta sul petrolio in Basilicata, l’imprenditore di Augusta, Gianluca Gemelli che, all’uscita dall’interrogatorio, durato oltre due ore, ha preferito mantenere il silenzio insieme al suo avvocato, Paolo Carbone. Si sa soltanto che Gemelli ha urlato la sua estraneità da tutte le accuse che gli vengono contestate.
All’interrogatorio hanno preso parte i pm della Procura di Potenza e il sostituto procuratore della Dna (Direzione nazionale antimafia) Elisabetta Pugliese.
I magistrati ipotizzano, nei confronti di Gemelli, il reato di traffico d’influenze e corruzione.
Le accuse non riguarderebbero soltanto i subappalti del programma di estrazioni di Total a Tempa Rossa ma anche l’aggiudicazione di un pontile all’interno del porto di Augusta per lo stoccaggio del greggio.
Quest’ultimo filone d’inchiesta vede implicato, insieme a Gemelli, anche il vice presidente di Confindustria, Ivan Lo Bello.