BUCCHERI – A conclusione di rapide indagini avviate a seguito di una serie di incendi boschivi che, a partire dal mese di luglio, hanno interessato vaste aree della provincia di Siracusa, in particolare la zona dei monti Iblei, segnatamente in agro di Buccheri (SR), militari del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Noto (SR) hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo emesso dalla Procura della Repubblica di Siracusa a carico di due allevatori operanti a Buccheri, un borgo medievale di circa 1.800 abitanti che, in alcuni casi è risultato anche lambito dalle fiamme, con serio rischio per l’incolumità della popolazione.
Le modalità di propagazione delle fiamme, il concentramento del fuoco in alcuni specifici punti e la quasi sistematica ripresa dei roghi, dopo che a fatica erano stati estinti dalle squadre di vigili del fuoco, carabinieri, personale forestale della Regione Siciliana e volontari, spesso supportati da mezzi aerei, hanno fatto maturare un profondo convincimento investigativo circa la matrice dolosa degli eventi.
Tracciata una mappa dei percorsi degli ultimi incendi, i carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Noto (SR), sotto la direzione della Procura della Repubblica di Siracusa, in poche settimane hanno quindi ristretto il campo delle ricerche, accreditando che la pista investigativa più credibile era quella della cosiddetta “criminalità dei pascoli abusivi”, che vede alcuni allevatori senza scrupoli commettere ogni tipo di abuso al fine di ampliare le terre di pascolo per il proprio bestiame, in particolare per risparmiare sulle spese di acquisto del foraggio.
In dettaglio, i militari hanno incentrato le loro attenzioni investigative su due soggetti, padre e figlio, rispettivamente di 60 e 27 anni, entrambi allevatori originari della limitrofa provincia di Catania, ma stanziali nella conduzione del bestiame in agro di Buccheri, ove dispongono di un’azienda, la cui autovettura era stata notata in località ed orari ritenuti sospetti in relazione al propagarsi degli incendi.
I militari netini hanno così avviato servizi di osservazione, controllo e pedinamento, peraltro assai difficili in aree campestri, al fine di comprendere se la ricorrente presenza dei soggetti fosse da ricondurre al loro coinvolgimento negli incendi, peraltro negli ultimi giorni favoriti dal vento e dalle elevate temperature, che stavano devastando estese aree di macchia mediterranea, frutteti ed oliveti di proprietà privata e demaniale, alcune delle quali aree protette, arrecando grave danno al patrimonio naturalistico del distretto.
Gli accertamenti a carico dei soggetti si sono fatti poi più penetranti, giovandosi dell’utilizzo di attività tecniche. Dalle conversazioni tra i due, captate dai militari, è così emerso uno spaccato inquietante circa il loro attivo coinvolgimento in almeno due incendi dolosi che hanno devastato alcune aree boschive del Comune di Buccheri, nel mese di luglio, ma soprattutto circa il modus operandi nell’appiccare le fiamme, che teneva conto anche delle condizioni del vento e della temperatura, con la dichiarata intenzione di allargare le zone di pascolo dei propri animali nell’asserito proposito di realizzare economie sul foraggio.
L’arrivo dell’ondata di caldo che negli ultimi giorni ha visto la provincia aretusea registrare temperature record oltre i 48 C°, così assurgendo al territorio più caldo di Europa, aveva addirittura indotto i due a pianificare un unico grande incendio che per il giorno di Ferragosto, in maniera tale da “pulire” il terreno dall’erba secca e dai rovi.
Alla luce di tali risultanze investigative, la Procura della Repubblica di Siracusa, al fine di scongiurare che il disegno delittuoso dei due indagati fosse portato a termine con inimmaginabili conseguenze per l’ambiente e per l’ordine e sicurezza pubblica, ha emesso il decreto di fermo di eseguito dai carabinieri di Noto a carico dei due, che sono stati prontamente localizzati e tradotti nel carcere di Siracusa.
Nell’ambito delle perquisizioni esperite in alcune zone rurali ritenute di interesse dai fermati, i carabinieri,
che nell’autovettura in uso ai soggetti avevano già rinvenuto una tanica di gasolio, hanno individuato, occultati tra i massi, due fucili in perfetto stato di conservazione, risultati provento di furto alcuni anni
addietro nel Catanese, nonché circa 200 cartucce di vario calibro, in merito ai quali sono in corso accertamenti finalizzati a verificare se si tratti di armi nella disponibilità dei soggetti.
Nella mattinata odierna, il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Siracusa ha disposto la misura cautelare in carcere per i due pastori.
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