Impianto fotovoltaico tra Siracusa e Canicattini Bagni: tra l’opposizione dei sindaci e chi investe

Impianto fotovoltaico tra Siracusa e Canicattini Bagni: tra l’opposizione dei sindaci e chi investe

SIRACUSA – Un progetto per la costruzione di un impianto fotovoltaico che ha fatto storcere il naso a tre sindaci. Ci troviamo esattamente in località Cavadonna, in una zona compresa tra i comuni di Siracusa e Canicattini Bagni (SR), dove una società romana, la Lindo Srl, ha deciso di mettere su un impianto fotovoltaico. Esso dovrebbe consistere in una distesa di pannelli montati su strutture a inseguimento monoassiale in configurazione bifilare, che andrebbe a occupare una superficie di oltre un milione di metri quadri, producendo così energia veicolata tramite un cavidotto interrato a media tensione di circa 10 chilometri.

Tutto questo ha portato Francesco Italia, Marilena Miceli e Corrado Bonfanti, rispettivamente sindaci dei Comuni di Siracusa, Canicattini Bagni e Noto (SR), a opporsi fermamente al progetto. Il motivo di questa ritrosia sta nel fatto che l’area, prevalentemente agricola e ricadente inoltre all’interno del futuro Parco Nazionale degli Iblei, andrebbe in questo modo deturpata.

Il primo cittadino di Noto, Corrado Bonfanti, sottolinea come il territorio abbia due vocazioni, quella agricola e quella turistica, elementi sui quali si è speso parecchio, e come lo sviluppo ecosostenibile sia di fondamentale importanza.

“Per la mia amministrazione turismo culturale e agricoltura di qualità – afferma Bonfanti – sono due asset irrinunciabili sui quali abbiamo investito e sui quali continueremo a farlo. Siamo convintissimi che leconomia e lambiente sono le facce di una stessa medaglia. Se punti allo sviluppo indiscriminato, hai vantaggi immediati, ma solo di breve periodo, seguiti da costi sociali incalcolabili. Se proteggi solo l’ambiente trovi sicuri futuri benefici in termini di benessere generale della popolazione, ma gradualmente impoverisci il tessuto sociale. Lo sviluppo cosiddetto ecosostenibile è la soluzione. Il territorio agricolo vocato all’agricoltura, quello turistico-ricettivo agli investimenti nella direzione dei servizi e nell’accoglienza e quello artigianale-industriale al genio creativo, alle nuove tecnologie e alle fonti di energia rinnovabili non impattanti. Così il gioco è fatto”. 

Raffaello Giacchetti, amministratore unico della Lindo Srl, mostra qualche dettaglio del progetto, anche riguardo all’aspetto occupazionale, e si sofferma sul fatto che le amministrazioni comunali hanno tutti gli strumenti di legge per far valere le proprie ragioni. Realizzare un impianto di questo tipo sui tetti delle abitazioni non è sempre possibile.

“L’investimento è di circa 60 milioni – spiega Giacchetti – e darà circa 400 posti di lavoro nel breve medio tempo e 20-30 unità durante la durata di produzione dell’impianto, 30 anni. La legge 387 del 2003 consente l’installazione di impianti fotovoltaici su terreni agricoli che abbiano determinate caratteristiche. I sindaci devono difendere il loro territorio, ma hanno gli strumenti di legge per farlo. Avrebbero potuto variare il loro piano regolatore e individuare le aree nelle quali non fare gli impianti. È stata vagliata anche la possibilità di un allaccio alla rete elettrica per poter immettere l’energia prodotta dall’impianto e stiamo procedendo in questo senso. Fare sempre impianti fotovoltaici sui tetti è molto difficile, perché ogni privato dovrebbe bozzare dalle proprie tasche tutto quello che ci vuole per l’installazione sulla propria casa. Non tutti hanno la stessa disponibilità e il fotovoltaico ha bisogno di luce per produrre. Si parla tanto di energia green in Italia, ma poi ognuno è legato alle proprie situazioni personali”. 

Immagine di repertorio