AUGUSTA – Un detenuto lavoratore over cinquanta risultato positivo e non vaccinato, continuerebbe a svolgere la propria attività lavorativa all’interno della casa di reclusione di Augusta.
Lo denuncia Nello Bongiovanni, dirigente federale nazionale del Sippe, che ha inviato una nota al provveditore della Sicilia per chiedere come sia possibile che si possa verificare questo episodio che, a suo dire, dimostrerebbe una diversa applicazione dei protocolli Covid rispetto a quelli previsti dai vari Dpcm.
“Alla casa di reclusione di Augusta, ad esempio, ci risulta che – spiega – nonostante trascorsi ventuno giorni dalla positività i detenuti devono rimanere in isolamento sanitario fino alla loro raggiunta negatività, oppure il detenuto che ha fatto la terza dose di vaccino deve fare la domiciliazione fiduciaria, oppure che ad un detenuto lavoratore da tempo, over cinquanta, precedente al Covid, è stato confermato il nulla osta sanitario nonostante il soggetto non è vaccinato. Sicuramente ci sarà una motivazione valida ma tutte queste differenze ci lasciano al quanto perplessi”.
Bongiovanni non dimentica che la pandemia ha portato difficoltà in tutti i settori lavorativi, principalmente negli istituti penitenziari “con carichi di lavoro estenuanti per il personale di Polizia penitenziaria, quindi è importante il rispetto delle regole da parte di tutte le figure coinvolte.
Appare strano che ci possano essere protocolli diversi, – conclude il dirigente – perché gestire, programmare, con tutte le difficoltà del caso decine di detenuti in domiciliazione fiduciaria, quando invece tutto ciò potrebbe essere evitato, appare strano inoltre che un lavoratore non vaccinato over cinquanta, non sia stato sospeso dall’attività lavorativa. Ci auguriamo, naturalmente che quello che ci risulta non sia veritiero e solo una sua verifica autorevole può chiarire quali siano e se sono stati applicati i giusti protocolli alla casa di reclusione di Augusta”.
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