Depuratore di Priolo, blocco delle attività su ordine del Gip

Depuratore di Priolo, blocco delle attività su ordine del Gip

PRIOLO GARGALLO – Il giudice del Tribunale di Siracusa Salvatore Palmerinon autorizza la prosecuzione dell’attività produttiva come previsto dal decreto interministeriale del 12 settembre 2023″.

Il provvedimento dello scorso 31 luglio del gip riguarda il depuratore Ias, in cui si trattano i reflui civili di due Comuni, Priolo e Melilli, e i fanghi della zona industriale siracusana, posto sotto sequestro dal giugno del 2022 nell’ambito di un’inchiesta della Procura per disastro ambientale.

Divieto per le industrie di scaricare reflui

Le industrie non potranno più scaricare i loro reflui nell’impianto ritenuto inquinante dai periti nominati dai magistrati. Tuttavia, l’impianto non può essere chiuso immediatamente, quindi le multinazionali stanno già lavorando da tempo per costruire un proprio impianto di depurazione.

Nel frattempo, il commissario nominato dalla Regione sta operando per far confluire i reflui di alcuni comuni della provincia di Siracusa.

Il gip Palmeri e il decreto “Salva Isab”

Palmeri è lo stesso giudice che aveva sollevato nel giugno scorso di fronte alla Consulta la questione di legittimità costituzionale di una delle norme del “salva Isab”, condividendo quanto espresso dalla Procura di Siracusa, e cioè che i decreti “salva Isab/Ias” vìolano i principi di bilanciamento tra le esigenze dell’attività produttiva e dell’occupazione e la tutela della sicurezza sul luogo di lavoro, della salute e dell’ambiente.

Il “salva Isab” è il provvedimento del Governo che in caso di sequestro preventivo da parte dell’autorità giudiziaria di stabilimenti industriali dichiarati di interesse strategico nazionale o di impianti o infrastrutture necessari ad assicurarne la continuità produttiva consente al giudice di autorizzare la prosecuzione dell’attività.

Il gip Palmeri rileva come nel caso di Ias che “non vi è nel concreto alcune obiettivo di risanamento non essendo previsti investimenti o soluzioni tecniche in grado di risolvere entro il periodo di 36 mesi fissato dalla Corte la situazione di compromissione ambientale”.

Inoltre la Corte Costituzionale ha richiesto che le “misure di bilanciamento siano precedute da un’adeguata attività istruttoria che non può essere quella prevista per il rilascio dell’Aia o del suo riesame tenendo conto anche del danno sanitario”.

Infine l’osservanza delle misure deve essere “adeguatamente verificata attraverso il costante monitoraggio da parte delle autorità competenti“. Ma “il parere dell’Ispra non consente di ritenere che nel caso concreto possa avvenire un costante ed effettivo monitoraggio”.

In foto il Tribunale di Siracusa